A causa delle aule bollenti il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani ha lanciato un appello per ritardare l’apertura delle scuole, per garantire il benessere degli studenti
I cambiamenti climatici colpiscono anche la scuola, con le aule che sono sempre più calde e rendono difficile il rientro in classe per i circa 8 milioni studenti italiani. Le temperature, infatti, anche per il mese di settembre si prevedono molto elevate e gli edifici scolastici non sembrano poter garantire un ambiente adeguato per gli studenti, vista soprattutto la mancanza di condizionatori nelle aule. Da qui la proposta, da parte del Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani, di posticipare il rientro a scuola al prossimo 26 settembre.
Il parere di SIMA – Società Italiana Medicina Ambientale
Una necessità, quella di posticipare il rientro a scuola, sottolineata anche dal professor Prisco Piscitelli, vicepresidente SIMA – Società Italiana di Medicina Ambientale. “Non sarebbe il caso di cominciare le lezioni, almeno nelle regioni del Sud Italia, prima dell’equinozio di autunno che cade tra il 21 e il 23 di settembre, perché effettivamente fa ancora troppo caldo e sono in corso cambiamenti climatici importanti e spesso non abbiamo le strutture scolastiche adatte per accogliere gli studenti e garantirne il benessere” ha detto il professore.
Assenza di condizionamento e aule affollate
Tra i problemi riscontrati nelle scuole italiane, oltre all’assenza di sistemi di condizionamento nelle aule, c’è anche la difficoltà di garantire un ricambio d’aria costante, causando una qualità non ottimale dell’aria, con possibili conseguenze sulla salute di ragazzi e ragazze. “Mentre tutte le scuole sono dotate di riscaldamento – spiega ancora il prof. Piscitelli – non tutte sono dotate di impianti di condizionamento. Poi molto spesso le superfici delle finestre non garantiscono un ricambio d’aria efficace qualora ci sia un affollamento delle classi. Considerate che abbiamo classi da 27-29 persone che non rappresentano un’eccezione ma una normalità in tutte le scuole di ogni ordine e grado”.
La qualità dell’aria nelle classi
Il vicepresidente SIMA si è soffermato anche sul problema della qualità dell’aria nelle classi: “In genere la qualità dell’aria delle classi è non ottimale, come documentato in uno studio europeo che ha campionato circa 113 scuole europee, trovando, nell’85% dei casi, livelli di particolato atmosferico e CO2 superiori alla norma e questo può portare a capogiri, malesseri generali, disturbi dell’attenzione, problematiche di memoria, fino a criticità legate ad allergie o disturbi asmatici”.
I consigli del prof. Prisco Piscitelli per combattere il caldo
Quali allora i consigli per gli studenti che dovranno affrontare le aule bollenti? Secondo il prof Piscitelli un disagio ulteriore può essere dato dall’abbigliamento: “Un consiglio che si potrebbe dare su questo tema è quello di consentire agli studenti di indossare i pantaloni corti e le t-shirt ancora per un po’ ed evitare che si usino, in alcuni periodi dell’anno, le divise scolastiche, anche se stanno cadendo in disuso. Poi idratarsi e bere molto, tenere le finestre e le porte aperte per consentire un’adeguata ventilazione e cercare di non trascorrere il proprio tempo in aule sovraffollate”.