Settanta attivisti si sono spogliati e coperti di sangue finto in una delle piazze principali di Barcellona per protestare al grido di “la sofferenza non è elegante” contro le industrie che lavorano le pellicce animali.
La protesta organizzata da circa settanta attivisti dell’organizzazione Anima Naturalis è avvenuta nel centro di Barcellona, in Piazza Catalunya, e le immagini hanno fatto subito il giro del web.
Obiettivo della protesta è stato quello di rendere le persone consapevoli che “milioni di animali vengono maltrattati e uccisi ogni anno dall’industria delle pellicce” e hanno chiesto alle autorità spagnole di porre fine a questa pratica.
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Más de 70 valientes activistas se ponen en la piel de los animales víctimas de la industria peletera y del cuero. ¡La crueldad no es elegante! #YoSoyAnimaNaturalis pic.twitter.com/JsUPysGg7s
— AnimaNaturalis (@AnimaNaturalis) December 1, 2019
L’allevamento di animali da pelliccia è stato vietato in una serie di paesi europei tra cui il Regno Unito e la Germania ma rimane legale in Spagna.
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Gli attivisti si sono gettati a terra nudi e coperti di sangue come metafora per mostrare come sono gli animali dopo che gli hanno rimosso la pelliccia. “La sofferenza non è elegante”, “quante vite per un cappotto?”, questi tra gli slogan.
¿Cuántas vidas se necesitan para hacer un sólo abrigo de pieles? Activistas de @AnimaNaturalis escenifican el macabro resultado de la industria peletera. He aquí el resto de tu abrigo de piel. #YoSoyAnimaNaturalis pic.twitter.com/VbPHnwgJQG
— AnimaNaturalis (@AnimaNaturalis) December 1, 2019
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Secondo un portavoce di Anima Naturalis, gli animali che vengono colpiti maggiormente dal commercio di pelliccia sono le volpi, i visoni, i furetti, le foche, le lontre, le mucche e i cincillà.
Anima Naturalis ha detto che anche i cani e i gatti sono vittime di questa industria in Cina. Secondo il gruppo circa 32 milioni di animali vengono uccisi in Europa ogni anno per la loro pelliccia. Il primo paese a vietare l’allevamento per le pellicce in Europa è stato il Regno Unito nel 2000 e l’Austria nel 2004.