Sabina, questo il nome dell’attivista che ha ricevuto un foglio di via dalla sua stessa città, è pronta però a ricorrere al Consiglio di Stato: ecco cosa è successo.
Tempi duri per la manifestazione del dissenso in Italia. Sabina, un’attivista di Extinction Rebellion che nello scorso novembre aveva partecipato ad un sit-in pacifico davanti al Viminale, si è vista recapitare un foglio di via obbligatorio da Roma, la città in cui vive, e con ogni probabilità perderà il lavoro. Il Tar, infatti, non ha accolto il suo ricorso con cui veniva chiesto l’annullamento di quella misura disposta dalla Questura capitolina.
I fatti risalgono allo scorso 22 novembre, quando un centinaio di persone, aderenti a vari movimenti e associazioni, avevano occupato simbolicamente, con tende e sacchi a pelo, la piazza antistante il Ministero dell’Interno per protestare contro il nuovo ddl Sicurezza. La manifestazione si era svolto in modo pacifico e il momento di maggior tensione si era verificato quando gli attivisti avevano scaricato in piazza un grosso carico di letame, accompagnando quell’atto dimostrativo con uno striscione che recitava: “L’unica sicurezza è questo clima di merda“.
A quel punto, erano intervenute le forze dell’ordine, in divisa e in borghese: 70 persone furono portate di peso in Questura, di queste 33 erano state riconosciute come ‘socialmente pericolose’ ed avevano ricevuto un foglio di via obbligatorio che prevedeva l’espulsione dalla città. Tra queste, c’era anche Sabina, che vive e lavora proprio a Roma, presso Amnesty International, e a cui era stato notificato un foglio di via di 15 mesi. Già il giorno dopo, Sabina aveva fatto richiesta di annullamento alla Questura, che però negò. A quel punto, restava la procedura del ricorso al Tar, con la richiesta della sospensiva di quel provvedimento. Il Tar del Lazio, tuttavia, ha recentemente respinto quella richiesta.
Il TAR conferma il foglio di via di 15 mesi da Roma a Sabina per aver partecipato ad un sit-in pacifico.
Sabina, domiciliata e impiegata in città presso #AmnestyInternational, perderà il suo lavoro.
Ribelliamoci a tutto questo. Roma, 25 aprile, 1 maggio. #PrimaveraRumorosa pic.twitter.com/wvQn3ARPwJ
— Extinction Rebellion Italia (@XrItaly) March 5, 2025
“Il mio contratto di lavoro non verrà rinnovato e io non posso più svolgere il lavoro che facevo a Roma. Questa è la conseguenza diretta dell’esito del Tar del Lazio, che ha deciso di ignorare i documenti forniti dal mio avvocato” – ha spiegato Sabina – “Avevamo partecipato ad una manifestazione assolutamente non-violenta, io ero lì in qualità di mediatrice tra forze dell’ordine e attivisti. Questo è bastato a farmi ricevere un foglio di via dalla città in cui vivo“.
Il caso è molto spinoso, anche perché in molti altri casi analoghi ci sono stati attivisti di Extinction Rebellion che avevano ricevuto fogli di via dalle città in cui avevano dato vita a proteste e dimostrazioni, ma che poi avevano ottenuto l’annullamento di quei provvedimenti in seguito ai vari ricorsi presso i Tribunali Amministrativi Regionali. A questo punto, a Sabina resta una sola strada: fare ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar. “Penso non sia più tollerabile la discrezionalità delle Questure, che decidono chi è criminale e chi no. Dobbiamo garantire che le voci di chi subisce ingiustizie da parte dello Stato vengano ascoltate. Dobbiamo impedire che questo rimanga la normalità“, ha spiegato l’attivista.
Occupata la concessionaria #Tesla di piazza Gae Aulenti a #Milano, per denunciare l’enorme potere e l’influenza mediatica e politica esercitata da Elon #Musk, l’uomo più ricco del mondo.
La Primavera Rumorosa arriva anche a Milano. pic.twitter.com/smNkXszAFV
— Extinction Rebellion Italia (@XrItaly) March 7, 2025
Intanto, le manifestazioni e le proteste di Extinction Rebellion, in tutta Italia, vanno avanti. Proprio ieri a Milano, in piazza Gae Aulenti, c’è stato un blitz degli attivisti presso lo Store Tesla, per protestare contro le politiche di Donald Trump e di Elon Musk, diventato di fatto il braccio destro del presidente degli Stati Uniti. Un’azione dimostrativa conclusasi con lo sgombero dei manifestanti e 21 denunce, con l’accusa di manifestazione non autorizzata e violenza privata. Il Questore di Milano sta anche valutando se comminare il foglio di via obbligatorio a otto manifestanti, in base alla loro pericolosità sociale. Si tratta di una misura introdotta per punire crimini gravissimi, legati alla criminalità organizzata, in base alla legge 159/2011 (il cosiddetto Codice Antimafia), e che sempre più spesso viene utilizzato in modo strumentale per colpire il dissenso, anche quello pacifico.
Vogliamo rifiorire ancora. Possiamo farlo insieme e dobbiamo farlo adesso.
Alluvioni, siccità, respingimenti, guerre, oppressione ed ecofascismo: i governi hanno fallito nel garantire pace e giustizia ecologica e sociale.
1/3 pic.twitter.com/edicrXXHVp— Extinction Rebellion Italia (@XrItaly) March 1, 2025
Sempre Extinction Rebellion, sta organizzando a Roma (ma anche in altre città d’Italia) una settimana di azioni e proteste, dal 25 aprile al 1 maggio, per chiedere al governo politiche di azione climatica ma anche di giustizia sociale. La ‘Primavera Rumorosa‘ si svolgerà non solo nella Capitale e vedrà la partecipazione di attiviste e attivisti in tutta Italia.