Le fibre sintetiche stanno invadendo persino l’Artico e rischiano di diventare il cibo della fauna marina. L’allarmante studio dell’Ocean Wise Conservation Association.
Our discovery of polyester fibres everywhere in the Arctic Ocean should generate much concern about our laundry and its impact far afield… https://t.co/VGHWpi30pg
— Peter S. Ross (@calypsocoast) January 12, 2021
Secondo uno studio condotto dalla Ocean Wise Conservation Association, l’Artico sta subendo un’invasione di fibre sintetiche e di microplastiche che derivano dai comuni lavaggi di capi d’abbigliamento della popolazione europea e di quella nord-americana.
La ricerca ha dimostrato la presenza di microplastiche in 96 campioni su 97 e più del 70% è rappresentato da fibre colorate di poliestere utilizzate nei vestiti. I campioni sono stati raccolti ad una profondità tra i 3 e gli 8 metri, cioè la fascia in cui gran parte della fauna marina si nutre.
Inquinamento, ogni lavaggio di un paio di jeans rilascia oltre 50mila microfibre nell’acqua
Per comprendere la portata di questa nuova ondata di inquinamento, un recente calcolo ha stabilito che almeno 3,500 tonnellate di microfibre vengano rilasciate ogni anno negli oceani dai lavaggi di indumenti di Stati Uniti e Canada.
Our collaboration Ocean Wise – Fisheries and Oceans Canada – One Ocean Expeditions reveals much about the impacts of our own domestic chores… https://t.co/S8R6iJfiTb
— Peter S. Ross (@calypsocoast) January 12, 2021
Una recente indagine per controllare lo stato di inquinamento del pianeta mostra la presenza di plastica nei punti più estremi della Terra, nelle profondità della fossa delle Marianne e sulle cime dell’Everest.
Questo processo sta danneggiando la fauna selvatica e non solo. Anche noi stiamo assumendo microplastiche attraverso l’aria, i cibi o semplicemente l’acqua, considerando il notevole flusso di fibre provenienti dalle acque dell’oceano Atlantico che sono il numero maggiore.
Plastica, milioni di microfibre finiscono negli oceani ogni volta che facciamo la lavatrice
Peter Ross, che ha guidato la ricerca nell’Artico ha affermato che “lo strato di acqua in cui sono stati prelevati i campioni costituisce un’area biologicamente importante dove si trovano fitoplancton, zooplancton, piccoli pesci, grandi pesci, uccelli marini e mammiferi marini in cerca di cibo”.
“È noto che animali di grandi dimensioni come tartarughe marine, balene, foche vengono uccisi dalla plastica, e non c’è motivo di pensare che per i più piccoli sia diverso” ha aggiunto Ross.
Microfibre dei tessuti, grave problema per gli oceani come la plastica
La soluzione proposta non è di impedire o ridurre la produzione di vestiti ma di pensare a nuovi tessuti che rispettino l’ambiente, perché questo non è ciò che vogliamo vedere negli oceani del mondo.
Di Francesco De Simoni