Alla scoperta della Cittadellarte Fondazione Pistoletto insieme al direttore Paolo Naldini. Un luogo dove “l’arte è al centro per una trasformazione della società in senso responsabile”. La forza del simbolo del Terzo Paradiso del maestro Michelangelo Pistoletto, “uno spazio centrale che unisce gli spazi opposti in una possibilità di armonia che va continuamente riequilibrata”.
Intervista video a Paolo Naldini, maestro e direttore della Cittadellarte
Cittadellarte Fondazione Pistoletto è un luogo fisico, un’idea, una visione, un progetto, una comunità per ispirare e produrre un cambiamento responsabile nella società attraverso idee e progetti. L’arte viene vista come uno strumento di trasformazione sociale responsabile, ma anche un laboratorio-scuola dedicato allo studio, alla sperimentazione e allo sviluppo di pratiche che traducono in realtà il simbolo del Terzo Paradiso, una delle opere più conosciute di Michelangelo Pistoletto, e il simbolo di Biella Città Creativa Unesco.
Nel 1991, trovandosi a Biella per l’inaugurazione di una mostra di sue opere, Michelangelo Pistoletto vide una fabbricato bianco, un opificio dismesso, l’ex Lanificio Trombetta, che divenne la sede dell’Associazione per la Fondazione Pistoletto.
Paolo Naldini, maestro e direttore della Cittadellarte, arrivato nel 2000, ci racconta la storia, gli obiettivi e il concetto di sostenibilità che il progetto vuole portare nella società.
Arte, responsabilità sociale e cambiamento: l’obiettivo della Cittadellarte Fondazione Pistoletto
“Nasce come una scuola per imparare come mettere la creatività in gioco e acquisire responsabilità in qualunque contesto ci troviamo. L’unico modo per essere veramente responsabili è poterlo scegliere ed essere liberi. La libertà ti dà la responsabilità, e chi è più libero di un’artista nella nostra società contemporanea?
L’artista chiuso nel suo atelier appartiene al passato. I nostri allievi e docenti lavorano sempre in collettivo. Questo spazio di quasi 30mila metri quadri a Biella ha dato vito ad un’operazione di rigenerazione urbana per dare casa a questo progetto, ovvero l’arte al centro di una trasformazione della società in senso responsabile.
Qui ti insegneranno a fare delle case, dei vestiti, a curare il cibo, attraverso una creatività che riesce a pensare alle connessione tra le cose. Siamo nel biellese e qui ci sono incredibili risaie che generano tantissima paglia di riso non utilizzata che viene gestita come scarto o rifiuto. Abbiamo così avviato un’attività con architetti, urbanisti e designer, per costruire edifici con mattoni di paglia di riso.
Riunendoci nelle nostre organizzazioni dobbiamo costruire governi. Cosa aspettiamo a renderci conto che il governo del demos (democrazia) è già li? Non dobbiamo sostituire le istituzioni ma noi dobbiamo fare la nostra parte”.
Moda sostenibile e il progetto Cittadellarte Fashion – Bio Ethical Sustainable Trend
Nel 2009 è stata inaugurata l’officina operativa del progetto Cittadellarte Fashion – Bio Ethical Sustainable Trend che si dedica allo sviluppo della sostenibilità bio-etica nell’ambito del settore tessile. Nasce dalla contaminazione fra l’arte che si assume una responsabilità sociale e quel mondo della moda che cerca un nuovo modello di sviluppo etico e sostenibile.
Nel 2015 nasce B.E.S.T. Studios, un nuovo laboratorio di progettazione, sviluppo, produzione, distribuzione di idee e prodotti nell’ambito tessile e fashion design.
“Da diversi anni lavoriamo con le Nazioni Uniti, in particolare con l’agenzia UNECE, avviando un’operazione di ambizione mondiale, ovvero definire come si fa la moda sostenibile. La moda è il settore più inquinante a livello globale: il 50% dei capi comprati finisce in discarica entro un anno. Di ciò che viene buttato meno del 10% viene riciclato. Il vero green nel mondo della moda come può essere esercitato? Con questa operazione sono stati definiti i criteri con cui si fa tracciabilità e trasparenza di una filiera globale. I brand hanno fino a 16 livelli di fornitura, come si fa a sapere se a tutti i livelli quel capo sta trattando bene l’ambiente o le persone? Il 7% delle malattie dermatologiche viene dai capi che indossiamo. Uno dei nostri partner è Fashion Revolution e la sua campagna che prosegue da molti anni è proprio Who made my clothes? Chi ha fatto questi abiti?
Le cose cambiano se qualcuno ha l’interesse di cambiarle. Quei micro governi che già esistono hanno un impatto davvero importante. Quello che stiamo cercando di fare è mettere in comunicazione sistematica la società civile: se la sensibilizzi, offri metodi e obiettivi, come quelli dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, a cui ispirarsi, nessuno vorrà rimanere in una posizione problematica. Il profitto ha solo da guadagnare andando verso una direzione etica e sostenibile. Questa è una scuola non solo per artisti ma per coloro che vogliono cambiare”.
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Il significato del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto
Nel 2015 venne inaugurata la sede del Terzo Paradiso a Biella, restauro avvenuto grazie al contributo del Comitato per il Terzo Paradiso biellese. In via Cernaia 46, lungo le rive del torrente Cervo, è visitabile la sede permanente del Terzo Paradiso, una delle opere più conosciute di Michelangelo Pistoletto, protagonista di innumerevoli progetti in tutto il mondo, oltre ad essere il simbolo di Biella Città Creativa Unesco.
“Il primo cerchio è rappresentato dal primo Paradiso, quello naturale, dall’atra parte il secondo Paradiso, quello artificiale, entrati in rotta di collisione fra loro nella modernità. Lo spazio centrale unisce gli spazi opposti in una possibilità di armonia che va continuamente riequilibrata. Il Terzo Paradiso non fa fuori gli altri due cerchi: sono 3 cerchi, quindi, ciò che esisteva prima deve ricomporsi in una triade o nuova dimensione che mantiene le ragioni. La ragione da creare insieme è quello che l’arte e la creatività possono aiutarci a fare, ed è questa la vera sfida“.
“La bellezza ha sempre accompagnato le società come canone. Oggi ereditiamo delle definizioni dal passato ma c’è anche un’altra interpretazione di quel qualcosa che avvertiamo, un’armonia che non si consuma ma rigenera. Ci sono delle storie della quotidianità che parlano di un’intelligenza di rigenerazione continua, che è poi come la definizione di sostenibilità. Si tratta di una bellezza che salverà il mondo ma non una rappresentazione puramente estetica ma un’armonia tra estetica ed etica“, conclude Paolo Naldini