Nuovo allarme sulla tossicità dell’arsenico inorganico presente nei cibi. L’Efsa, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha ribadito in un nuovo report quanto già affermato nel 2009 ovvero il rischio dell’esposizione all’arsenico inorganico (che può essere riscontrato nelle falde acquifere) nei generi alimentari.
La richiesta di una nuova valutazione è arrivata dalla Commissione europea, alla luce degli elementi emersi negli ultimi anni. Alimenti come riso e cereali, compresi tutti i cibi da essi derivati, le alghe, ma anche il caffè e la birra sono i più esposti al contaminante capace di provocare “lesioni della pelle, malattie cardiovascolari e alcune forme di cancro“, in particolare l’esposizione prolungata all’arsenico inorganico aumenta il rischio di sviluppare il cancro alla pelle.
Nel report si legge che anche l’acqua potabile contribuisce all’esposizione all’inquinante, anche se il fenomeno è poco diffuso in Europa. L’Autorità sta valutando anche il rischio legato all’esposizione all’arsenico organico nei cibi nonché il rischio legato all’esposizione ad entrambe le forme di arsenico, organico e inorganico.
La legislazione europea sui contaminanti negli alimenti fa riferimento al regolamento 315/93/CEE. Tra i principi fondamentali della legislazione vi è la proibizione di immettere sul mercato cibi che contengano quantitativi di contaminanti “non accettabili dal punto di vista della salute pubblica” oltre alla previsione di livelli massimi di alcuni contaminanti al fine di tutelare la salute pubblica.