L’Argentina, sotto la guida di Javier Milei (conosciuto come il Trump argentino) , abbandona i negoziati della COP29 e potrebbe lasciare l’Accordo di Parigi sul clima. Il ritiro dalla conferenza di Baku segna una svolta controversa nella politica climatica del Paese.
“Ai negoziatori argentini che rappresentano il governo di Javier Milei è stato ordinato di ritirarsi dalla COP29 e di non partecipare più al vertice di Baku sul clima”. La notizia è stata data dal quotidiano britannico The Guardian che ha citato fonti vicine alla delegazione argentina.
Il Paese sudamericano si è ritirato dai tavoli del negoziato climatico in corso a Baku, in Azerbaigian. La COP29, dunque, perde un pezzo.
Alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima partecipano 198 Paesi del mondo. Il ritiro dell’Argentina può sembrare poca cosa ma non lo è affatto. E non solo perché il Paese è uno dei 30 maggiori emettitori di gas serra al mondo. Ma cosa sta accadendo?
Argentina fuori da COP29
Secondo il Guardian, a dare l’ordine di abbandonare i tavoli dei negoziati climatici è stato il ministero degli esteri di Buenos Aires. Parlando al Guardian, la sottosegretaria argentina per l’ambiente Ana Lamas, la più alta rappresentante del Paese per il clima e la natura (dopo il declassamento del ministero da parte del presidente argentino Milei), ha confermato la decisione, inizialmente riportata dalla testata specialistica Climatica .
“È vero. Abbiamo ricevuto istruzioni dal Ministero degli Affari Esteri di non partecipare più. È tutto ciò che posso dirvi”, ha detto. Lamas non ha risposto se l’Argentina stesse pianificando di abbandonare l’accordo di Parigi.
La decisione di abbandonare i tavoli negoziali fa pensare alla volontà del presidente argentino Javier Milei (conosciuto come “il Trump argentino”) di fare ciò che il presidente-eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha intenzione di fare una volta rimesso piede nello Studio Ovale: uscire dagli Accordi di Parigi sul clima.
Cos’è l’Accordo di Parigi sul Clima?
Era il 12 dicembre del 2015 quando per la prima volta dall’inizio delle COP (le Conferenze dell’ONU sul cambiamento climatico) i rappresentanti di quasi tutti gli stati del mondo giungevano a una decisione storica: impegnarsi per limitare il riscaldamento globale che all’epoca stava emergendo come uno dei problemi più gravi da affrontare in questo secolo.
Chi firmò quegli accordi si impegnò a contenere l’aumento della temperatura media globale “ben al di sotto” dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali.
La temperatura di 2°C non fu scelta a caso. Fu quella che da tempo gli scienziati dichiaravano essere quella da non superare per evitare le conseguenze peggiori del cambiamento climatico (come nubifragi, alluvioni, siccità, cicloni e tutti gli altri eventi estremi che stiamo imparando a conoscere).
Insomma, era chiaro che bisognava tenersi alla larga da quella soglia. Per questo i decisori politici inserirono nell’accordo che i Paesi si impegnavano, ove possibile, a limitarlo a 1,5°C.
Buenos Aires e Washington fuori dall’Accordo di Parigi?
Donald Trump ha annunciato che – così come aveva fatto durante il suo primo mandato – una volta insediatosi uscirà dall’Accordo di Parigi sul clima. Se anche il governo di Buenos Aires dovesse seguire questa strada, si tratterebbe di due importanti defezioni che non passerebbero inosservate. Soprattutto in vista della COP30, la Conferenza dell’ONU sul clima che si terrà il prossimo anno in Brasile durante la quale si farà il punto sugli obiettivi raggiunti da quanto l’Accordo è stato siglato.
Qualora il governo argentino dovesse decidere questa mossa non sarebbe una decisione inaspettata. Il presidente Javier Milei è famoso per i suoi eccessi, come quando ha fatto sapere che grazie a una medium era entrato in contatto con il suo cane Conan, morto nel 2017, con molte persone famose morte e addirittura con Dio.
Ma ciò che preoccupa maggiormente è la sua posizione relativamente al cambiamento climatico. Secondo il Trump argentino il cambiamento climatico non sarebbe altro che “una bugia del socialismo”, e l’intero discorso scientifico sul climate change servirebbe solo a spaventare la popolazione per favorire politiche vantaggiose per pochi. Per questo, Milei ha fatto sapere di voler disattendere l’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, ignorando così gli impegni internazionali assunti dai suoi predecessori.
Probabilmente la prossima mossa sarà la fuoriuscita dagli Accordi di Parigi sul clima.