Ara di Spix. Di Valeria Franceschini. Una recente analisi statistica del BridLife International ha dichiarato l’estinzione dell’ Ara di Spix, il pappagallo dal piumaggio blu che aveva ispirato il film d’animazione “Rio”. Come lui, altre 7 specie di uccelli risulterebbero estinte durante il 21esimo secolo.
“Rio” il cartone animato del 2011 ambientato in Brasile, raccontava la storia d’amore fra Blu e Gioiel, ultimi due esemplari di Ara di Spix (Cyanopsitta Spixii), specie di pappagallo dalle piume blu fortemente minacciato dalla deforestazione e dal bracconaggio, lanciando un importante messaggio per la salvaguardia delle specie in via d’estinzione. Purtroppo però questo non sembra essere stato sufficiente. A seguito di una recente analisi della BirdLife International (importante associazione internazionale per la conservazione dei volatili), l’Ara di Spix è stato dichiarato ufficialmente estinto in natura dal 2000. Sebbene l’ultimo avvistamento risalga al 2016, essendo rimasto un caso isolato in diversi anni, gli scienziati tendono ad attribuirlo alla fuga di un esemplare allevato in cattività. La causa di tutto ciò sarebbe da attribuirsi alla deforestazione crescente che sta avendo luogo in Sud America e alla cattura intensiva di questi animali in natura per la commercializzazione illegale.
Lo studio pubblicato pochi giorni fa su Science Direct metterebbe in evidenza l’avvenuta estinzione in natura, non solo dell’Ara di Spix, ma di ben 8 specie di uccelli (di cui tre non presenterebbero neanche esemplari allevati in cattività), avvenute a partire dall’anno 2000. Il tutto è stato in seguito ufficializzato attraverso le modifiche apportare alla Lista Rossa IUNC (l’International Union for the Conservation of Nature) che ha aggiornato il proprio elenco riclassificando le otto specie in questione. Di queste, quattro sono state confermate come estinte e le altre quattro sono state segnalate come “in pericolo critico” (forse estinte) .
Nonostante risulti difficile per gli esperti affermare con certezza l’estinzione di uccelli rari, sfuggenti e spesso difficili da avvistare, l’ultima analisi statistica svolta dall’associazione, utilizzerebbe un approccio differente da quello fin ora utilizzato e risulterebbe più completa delle precedenti. Essa prenderebbe in considerazione per la prima volta un insieme di fattori complessi quali l’affidabilità delle registrazioni, la tempistica e l’adeguatezza delle indagini, nonché i tempi, l’estensione e l’intensità delle minacce. Tutto questo al fine di ottenere un quadro generale più attendibile possibile
Tra le specie estinte, oltre al Ara di Spix, ci sarebbero anche il Gufo Pigmeo Pernambuco (Glaucidium mooreorum), un curioso gufetto grande non più di 15 cm, che era stato scoperto soltanto di recente e descritto per la prima volta nel dicembre del 2002; l’Ara Glauco, una volta presente in Argentina, Uruguay e Brasile; il Poo’uli (Melamprosops phaeosoma), un uccello passeriforme visto l’ultima volta su un isola delle Hawaii nel 2004. Di quest’ultima specie i tentativi di allevamento in cattività sono falliti il che la classificherebbe a tutti gli effetti fra le specie completamente estinte.
“La gente pensa alle estinzioni e pensa al Dodo, ma la nostra analisi mostra che le estinzioni continuano e accelerano oggi”, ha detto Stuart Butchart, scienziato e rappresentante di BirdLife . “Storicamente il 90% delle estinzioni di uccelli sono state piccole popolazioni su isole remote. Le nostre prove dimostrano che c’è un’ondata crescente di estinzioni che si riversano nel continente a causa della perdita di habitat da agricoltura, drenaggio e disboscamento non sostenibili”.
L’estinzione massiva che fin ora era stata circoscritta quasi esclusivamente alle popolazioni insulari (più fragili da questo punto di vista) si starebbe quindi espandendo anche all’interno dei continenti, facendo scattare un ulteriore campanello d’allarme per gli esperti. L’importanza di agire tempestivamente, prima che sia troppo tardi, si fa sentire ora più che mai.
Secondo l’ultimo aggiornamento della “lista rossa IUNC”, ad oggi più di 26.000 delle specie nel mondo sono fortemente minacciate di estinzione e la causa di tutto ciò sarebbe da attribuirsi alle attività umane. La preoccupazione degli scienziati verso questo tema cresce ogni giorno di più e il timore è quello di star innescando un sesto evento di estinzione di massa, i dati sono più che allarmanti.