Lo scorso maggio è stata approvata una legge che definisce i concetti di Km Zero e filiera corta e impone obblighi per i mercati rionali. Cosa cambierà davvero per il consumatore?
Km Zero, filiera corta, dal produttore al consumatore. Ma che significano, esattamente, questi concetti? A questa domanda ha dato una risposta la nuova legge sulla promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e a filiera corta approvata lo scorso 11 maggio.
Con l’ok da parte della Camera dei Deputati (il Senato aveva approvato la legge precedentemente), la nuova normativa entra ufficialmente in vigore. Le novità più importanti della legge sulla produzione agricola riguardano la definizione di concetti quali Km Zero e filiera corta, l’introduzione di nuovi loghi per aiutare il consumatore a scegliere frutta e verdura del territorio e l’obbligo di presenza di prodotti a Km Zero nei mercatini rionali.
Legge su Km Zero e filiera corta, ecco cosa significano
La prima novità introdotta dalla legge sui prodotti agricoli a filiera corta e a chilometro zero riguarda l’introduzione di una definizione precisa di questi due concetti.
Per frutta e verdura a chilometro Zero si devono intendere tutti quei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento provenienti dalla stessa provincia del luogo di vendita oppure da luoghi di produzione e di trasformazione della materia prima non superiore ai 70 chilometri di raggio dal luogo di vendita.
Per filiera corta, invece, si intende semplicemente l’assenza di intermediari commerciali tra il produttore e il consumatore. Ma attenzione: la nuova legge chiarisce che cooperative e consorzi non sono considerati intermediari.
Km Zero e filiera corta, in arrivo nuovi loghi
Affinché i consumatori siano in grado di riconoscere quali prodotti siano effettivamente a Km Zero o a filiera corta, il nuovo dispositivo normativo ha introdotto due loghi nazionali che saranno apposti nei mercati, negli esercizi commerciali e nei ristoranti ma non sui prodotti stessi (anche per evitare la necessità di dover utilizzare etichette e imballaggi dannosi per l’ambiente).
Al momento i due loghi non sono ancora stati presentati. La legge, infatti, prevede un tempo di 90 giorni dall’entrata in vigore della norma durante i quali il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali dovrà adottare i nuovi loghi con decreto.
Spazio riservato al Km0 in mercati e supermercati
Mercati e supermarket, poi, dovranno riservare apposito spazio alla vendita dei prodotti a chilometro zero e/o a filiera corta. Per quanto riguarda i mercati rionali e cittadini, i comuni dovranno riservare almeno il 30 per cento del totale dell’area mercatale agli imprenditori che offrono cibo a filiera corta e a chilometro zero.
Se per i mercati si tratta di un obbligo non è così per i supermercati. La legge prevede, infatti, che le regioni e gli enti locali, previa intesa con le associazioni di rappresentanza del commercio e della grande distribuzione, a favorire la destinazione di particolari aree all’interno dei supermercati destinate alla vendita dei prodotti a chilometro zero e a filiera corta.
Km Zero, attenzione alle frodi
Apporre un logo falso o semplicemente dichiarare che il cibo venduto sia prodotto nei pressi del punto vendita è cosa poco complessa.
Per scoraggiare frodi da parte dei commercianti, dunque, la legge prevede l’introduzione di sanzioni abbastanza dure. Chi utilizzerà in maniera non conforme alla legge le definizioni di filiera corta e Km Zero introdotte dalla legge o chi esporrà i loghi senza averne i requisiti rischia una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.600 euro a 9.500 euro.