Apicoltori in piazza contro la concorrenza sleale (soprattutto cinese)

Un sit-in per ricordare che il destino degli apicoltori è legato a doppio filo con quello delle api e con il rispetto delle norme a salvaguardia della genuinità del prodotto.

L’Italia è da sempre un Paese deficitario di miele; ne produce 22 milioni di chili, mentre almeno altri 25 milioni di miele vengono importati, secondo le stime di Miele in Cooperativa.

In piazza dei Santi Apostoli, a Roma, è intervenuta una rappresentanza dei 75mila apicoltori italiani. La manifestazione organizzata da Miele in Cooperativa, è stata indetta per proteggere il miele dalle adulterazioni e per sensibilizzare i consumatori sull’importanza di controllare che il prodotto acquistato sia italiano.

Il miele extra Ue, lamentano i partecipanti, non è sottoposto ai controlli a cui rispondono i mieli italiani, in particolare quello proveniente dalla Cina, che presenta criticità sul fronte della sicurezza alimentare. Spesso vengono aggiunte sostanze zuccherine per aumentare la quantità del prodotto così come l’uso di additivi serve a camuffare il miele di un tipo per farlo passare per uno più pregiato.

La richiesta del settore è che siano avviate delle misure antidumping in Europa ovvero regole che impediscano tecniche predatorie che vedono un prodotto venduto all’estero ad un prezzo inferiore a quello a cui viene venduto in patria, per conquistare un nuovo mercato.

Oltre a queste difficoltà economiche, il settore deve affrontare gli effetti della crisi climatica, con le api ingannate dalle alte temperature fuori stagione a uscire dagli alveari per rischiare si morire quando vengono sorprese dai bruschi cali delle temperature che tornano ai livelli stagionali. Un quadro che, di anno in anno, riduce la produzione di miele Made in Italy.

Riccardo Terriaca, segretario generale di Miele in Cooperativa, ha dichiarato a TeleAmbiente: “Le nostre aziende stanno morendo soffocate dall’invasione di miele a prezzi insostenibili che arriva in Europa invadendo oltre il 70% del mercato. Siamo consapevoli di non poter vincere la nostra battaglia da soli. Abbiamo bisogno di condividere la nostra preoccupazione anche perché il nostro ruolo riguarda l’ambiente, il presidio del territorio, la cura delle nostre campagne e colline, se noi moriamo il territorio viene abbandonato.

Riguardo la concorrenza sleale del miele extra Ue, Terriaca dichiara che “La prima alterazione è la concorrenza sleale, è il prezzo, il 70% del miele arriva a un prezzo che corrisponde a 1/4 del prezzo di produzione del miele in Italia e in Europa. Un livello per noi insostenibile. Il primo problema è di carattere economico, poi è risaputo che buona parte di questo miele è sospettato di adulterazioni. Noi dobbiamo e vogliamo rispettare regole che fuori dall’Europa non tutti devono rispettare e per questo non riusciamo a essere competitivi. Chiediamo all’Europa di applicare il principi della reciprocità, vogliamo essere in un mercato globale ma a parità di regole. In attesa dell’applicazione delle regole di reciprocità abbiamo bisogno di norme antidumping.”