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Antartide, tracce di microplastiche in un animale che vive in un isola remota del continente

Gli scienziati hanno scoperto la presenza di microplastiche nell’intestino del collembola, un minuscolo invertebrato che vive in un isola remota dell’Antartide. La presenza dell’inquinamento di plastica nel continente è stata sottostimata troppo a lungo.

Tracce di microplastiche sono state trovate nell’intestino di un animale che vive nell‘Isola di Re Giorgio in Antartide, alimentando le preoccupazioni sul fatto che ormai l’inquinamento della plastica sia prevalente nell’ecosistema della regione.

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Un nuovo studio condotto da ricercatori italiani e irlandesi ha trovato tracce della presenza di microplastiche nell’intestino di un “Cryptopygus antarcticus“, o collembola, un invertebrato più piccolo di un millimetro che vive in Antartide. I ricercatori hanno spiegato che la loro scoperta rappresenta “la prima evidenza sul campo della contaminazione da microplastiche negli animali terresti dell’Antartide”. I test sono stati condotti su 18 animali trovati sulla schiuma di polistirolo sulla costa dell’Isola di San Giorgio nel 2016.

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Elisa Bergami, ricercatrice dell’Università di Siena a capo del progetto, ha raccontato di aver visto il materiale di plastica in un viaggio in un’area altamente inquinata. Il team ha poi utilizzato uno spettroscopio ad infrarossi dell’ Elettra Sincrotrone Trieste per individuare la presenza di microplastiche all’interno degli animali. Le creature dovrebbero aver ingerito la plastica mentre si nutrivano di alghe, muschi e licheni. In aggiunta le microplastiche possono trasportare patogeni e contaminati che rappresentano un pericolo sia per gli animali testati, come per le altre specie dell’ecosistema.

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Tancredi Caruso, professore dell’University College di Dublino e uno degli autori dello studio, ha spiegato che il tipo di collembola studiato è molto presente in Antartide, sia sul continente che sull’Isola di Re Giorgio. La speranza è che lo studio possa portare a nuove ricerche: “Per un lungo periodo il ruolo negativo della plastica in Antartide è stato sottostimato”.