C’è anche un po’ di Italia nella missione Beyond Epica Oldest Ice, partita in Antartide per ricostruire il clima di 1,5 milioni di anni fa.
C’è anche un po’ di Italia nella missione Beyond Epica Oldest Ice, partita in Antartide per ricostruire il clima di 1,5 milioni di anni fa. La campagna di carotaggio, attraverso il campionamento e l’analisi del ghiaccio, proverà a scoprire le temperature e la concentrazione dei gas serra del passato. Si tratta di un lavoro senza precedenti per la paleoclimatologia, che potrà fornire dati preziosi per delineare i futuri trend climatici e stabilire misure di mitigazione più efficaci.
Il progetto è finanziato dalla Commissione europea con 11 milioni di euro ed è coordinato da Carlo Barbante, docente alla Ca’ Foscari di Venezia e direttore dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp). Dieci diversi Paesi collaborano attraverso dodici centri di ricerca e per l’Italia, oltre al Cnr e alla Ca’ Foscari, c’è anche l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), che lavorerà sulla logistica insieme all’Istituto polare francese.
Antartide, il più grande iceberg al mondo si è staccato dalla piattaforma
Beyond Epica Oldest Ice durerà fino a tutto il prossimo gennaio nell’area di Little Dome C, a 40 chilometri dalla base italo-francese di Concordia, nella zona orientale dell’Antartide. Diversi ricercatori (glaciologi, ingegneri e tecnici) lavoreranno a un’altitudine di 3.233 metri, a oltre mille chilometri dalla costa e a una temperatura che durante l’estate antartica è in media di -35°C. Prima sarà reso operativo il campo di perforazione, poi verrà allestito e testato il sistema di carotaggio. A quel punto il team scaverà nella neve il deposito che ospiterà i primi campioni di ghiaccio.