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Animali, strage di delfini al largo delle Faroe: 1500 corpi ammassati sulle spiagge

Rabbia e preoccupazione tra gli ambientalisti per l’uccisione di oltre 1500 in un giorno, con le carcasse ammassate sulle coste delle Isole Faroe. Sotto accusa la tradizionale caccia ai delfini che da secoli avviene nell’arcipelago.

Anche i più strenui difensori della tradizionale caccia ai delfini nelle Isole Faroe hanno condannato il massacro “crudele e non necessario” di quasi 1.500 delfini in un solo giorno, che sono stati guidati nelle acque poco profonde della spiaggia di Skálabotnur sull’isola di Eysturoy e lasciati contorcersi per ore prima di morire.

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Il gruppo di Sea Shepherd, che ha condotto una campagna per fermare la tradizionale caccia faroese “Grindadrap” dagli anni ’80, ha affermato che la caccia di domenica è stata “la più grande uccisione di delfini o globicefali nella storia delle isole”, con più animali morti in un giorno che in un’intera stagione di caccia.

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Questa volta, però, la portata dell’uccisione è stata tale che persino molti faroesi, che spesso considerano la caccia come parte del loro patrimonio culturale, hanno espresso disgusto e rabbia.

 

 


“Mi viene la nausea a vedere questo genere di cose”, si legge su un commento a un post sulla pagina Facebook dell’emittente locale Kringvarp Føroya, mentre un altro ha descritto il massacro come “completamente terribile“, dicendo: “Sono imbarazzato di essere faroese”.

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Il Grindadrap è di importanza storica e culturale per molti faroesi e la carne del pescato viene tradizionalmente condivisa tra le famiglie che hanno partecipato, con l’eventuale eccesso poi diffuso tra gli abitanti dei villaggi locali.

 


Ma un abitante del luogo ha detto al quotidiano danese Ekstra Bladet che non c’era modo che la gente del posto volesse consumare così tanta carne di delfino.

“La mia ipotesi è che la maggior parte dei delfini verrà gettata nella spazzatura o in un buco nel terreno”, ha spiegato al quotidiano danese.

 


Il capitano Alex Cornelissen, amministratore delegato globale di Sea Shepherd, che si batte contro la caccia alle balene, ha affermato che nel bel mezzo di una pandemia globale è stato “assolutamente spaventoso vedere un attacco alla natura di questa portata nelle Isole Faroe”.

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