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Animali, l’ornitorinco rischia l’estinzione a causa dei cambiamenti climatici

L’ornitorinco, una delle specie endemiche dell’Australia, rischia di estinguersi a causa della siccità e dei cambiamenti climatici. La specie è in calo dall’inizio della colonizzazione europea.

La siccità prolungata e gli altri effetti dei cambiamenti climatici stanno spingendo l’ornitorinco, una delle specie più uniche dell’Australia, sull’orlo dell’estinzione. E’ questo il risultato di uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Biological Conservation. La popolazione dell’ornitorinco, uno dei pochi mammiferi a deporre le uova, è già calata del 40% nella costa orientale australiana a causa della siccità, del disboscamento, dell’inquinamento e della costruzione di dighe.

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Gli scienziati del Centre for Ecosystem Science dell’University of New South Wales Centre (UNSW) sostengono che con le condizioni climatiche attuali, il numero degli ornitorinchi potrebbe scendere di un valore tra il 47% ed il 66% nei prossimi cinquant’anni. Se le proiezioni future sui cambiamenti climatici dovessero rivelarsi reali, il numero di questi animali potrebbe scendere fino al 70%.I cambiamenti climatici espongono l’ornitorinco a condizioni ancora peggiori, con nessuna capacità di poter ripopolare l’area” ha spiegato Gilad Bino, co-autore dello studio.

Gli esperti sostengono che oltre un miliardo di animali sia morto a causa degli incendi. In uno studio pubblicato a fine 2019, gli scienziati australiani hanno scoperto che 100 specie endemiche sono andate estinte da quando gli europei sono arrivati nel continente nel 1788. La prima estinzione probabilmente è risale ai primi dieci anni dall’inizio della colonizzazione mentre almeno tre estinzioni sono avvenute nell’ultimo decennio. Secondo lo studio l’introduzione di predatori come volpi e gatti e gli eventi metereologici come la siccità e gli incendi hanno messo a rischio le specie indigene. L’ultimo fattore di rischio sono stati i cambiamenti climatici.

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John Woinarski del Threatened Species Recovery Hub, autore principale dello studio, sostiene che il tasso di estinzione in Australia sia il più alto di ogni continente al mondo ed è molto probabile che questo continui a crescere a causa dei cambiamenti climatici. Facendo riferimento ad una specie di scincidi ora estinta, Woinarski ha spiegato che la perdita di qualunque specie è un evento devastante: “Aver tenuto in mano una pianta o un animale che ora è estinto ti colpisce l’anima. Le estinzioni sono parte di noi, non sono entità remote. Sono cose reali che hanno avuto una vita in passato ma ora sono estinte per sempre”.

L’ornitorinco è stato inserito nella lista delle specie “prossime all’estinzione” dall’International Union for Conservation of Nature ma secondo gli scienziati di UNSW i danni causati dalla siccità e l’aumento delle temperature hanno peggiorato i prospetti. Secondo gli scienziati è necessario fare una valutazione dei rischi a livello nazionale per determinare se l’ornitorinco possa essere riconosciuto come “vulnerabile” e portare avanti dei passi “per ridurre al minimo il rischio dell’estinzione”.

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Lo studio è il primo svolto in tutti gli habitat dell’ornitorinco per stabilire quello che viene definito il modello di meta-popolazione che tra le altre cose considera anche l’impatto dei cambiamenti climatici sulle specie. Secondo lo studio la popolazione dell’ornitorinco si è dimezzata dal primo insediamento degli europei mentre secondo un altro studio pubblicato nel 2018 il calo è stato del 30%, un numero vicino ai 200,000 esemplari. Sempre secondo lo studio “le perdite previste saranno maggiori a causa dell’aumento della durata e della frequenza della siccità”.