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Australia, corsa contro il tempo per salvare le specie più rare dagli incendi

I soccorsi sono entrati nelle aree colpite dagli incendi per salvare le specie più rare dagli incendi. La biodiversità dell’Australia rischia di andare perduta per sempre.

La stagione degli incendi in Australia ha già distrutto oltre 104,000 km2 tra boschi, foreste e parchi nazionali, causando la morte di un miliardo di animali. Gli scienziati temono che alcune delle specie uniche dell’isola siano andate estinte per sempre. Per le altre, si sta cercando di fare il possibile per evitare che sia troppo tardi. Dove le fiamme si sono placate, i soccorsi hanno iniziato a cercate sopravvissuti, sperando di poter trovare abbastanza esemplari delle specie più rare e più a rischio.

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E’ un compito macabro per una nazione che in passato ha fatto vanto della sua biodiversità, con specie impossibili da trovare in altre parti del pianeta tra cui koala, canguri e wallaby. “Non penso di aver mai visto un evento singolo evento in Australia che abbia distrutto così tanti habitat e portato così tante specie sull’orlo dell’estinzione” ha spiegato Kingsley Dixon della Curtin University a Perth. Non molto dopo che gli incendi hanno colpito l’Oxley Wild Rivers National Park in New South Wales, l’ecologo Guy Ballard è andato alla ricerca di wallaby delle rocce. Il piccolo marsupiale può ricordare un piccolo canguro ma a differenza di quest’ultimi solitamente preferisce gli habitat più nascosti. Prima dell’inizio degli incendi gli scienziati stimavano la loro popolazione fosse di circa 15,000 esemplari. Ora con i recenti fuochi in una regione già colpita in passato dalla siccità la specie è sull’orlo dell’estinzione.

Negli anni passati il suo team aveva identificato una colonia nel parco ma una volta entrati sono riusciti a trovare solamente alberi distrutti ed animali morti. “E’ stato tutto distrutto” ha raccontato Guy Ballard dell’University of New England ad Armidalesi può sentire l’odore di morte provenire dalle rocce. Tutto quello che possiamo fare e concentrarci sui sopravvissuti”. Gli incendi e la siccità in Australia non sono fenomeni rari. La differenza rispetto agli altri anni è la vastità dei territori in fiamme, un’area grande come il Kentucky, e le cause sono da attribuire ai cambiamenti climatici. Il 2019 è stato uno degli anni più asciutti da secoli e le temperature hanno superato più volte i 40°C.

Non tutti gli animali moriranno nelle fiamme. Alcuni sono in grado di nascondersi nelle crepe delle rocce o sottoterra. Tuttavia una volta riemersi gli animali sono costretti a fare i confronti la fame, la sete e i predatori come volpe e gatti selvatici. Da quando le fiamme sono divampate in parti dell’Oxley Wild Rivers National Park circa due mesi fa, le piogge sono state molto scarse. Il team di Ballard ha attraversato la foresta ridotta in cenere, portando acqua e sacchi di patate, carote e pellet per gli animali:Ne sono rimasti così pochi che ogni animale può fare la differenza”.

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In altre aree del New South Wales i soccorsi stanno lanciando carote e patate dagli aerei nelle zone in cui non riescono ad accedere nella speranza di fornire cibo ai wallaby e alle altre specie. Nella Victoria, le autorità stimano che la popolazione dei wallaby sia scesa di circa il 40% in tutto lo Stato, stessa cosa avvenuta per il potoroo, un altro marsupiale. “La paura è che con cosi tanto andato distrutto non avremo la possibilità di far riprodurre le specie rare dell’area” ha spiegato Jim Radford della La Trobe University a Melbourne.

Christopher Dickman dell’Università di Sydney ha stimato che siano morti più di un miliardo di animali dall’inizio degli incendi. Questo numero è stato ottenuto tenendo conto della densità abitativa degli animali nelle aree colpite e moltiplicata per la quantità di acri in fiamme. Dickman ha spiegato che il suo calcolo non tiene conto di pipistrelli, anfibi, insetti o altri invertebrati. Il conteggio include decine di milioni di opossum e dei marsupiali conosciuti come petauri che vivono in cima agli alberi e possono planare per enormi distanze usando una membrana di pelle tra le anche e i polsi che crea un sistema simile ai paracaduti. Le autorità della Victoria stimano che circa il 25% dei petauri siano morti a causa delle fiamme.

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Le implicazioni per alcune specie sono molto gravi. Se non possiamo proteggerle qui è la fine per loro. Non si trovano da nessun’altra parte”. Il governo australiano ha annunciato in settimana che verranno stanziati 50 milioni di dollari per proteggere e recuperare gli habitat andati distrutti. Gli incendi stanno ancora bruciando in parti delle Blue Mountains, una riserva Patrimonio dell’UNESCO ad ovest di Sydney dove vive l’ honeyeater, un uccello giallo e nero la cui popolazione è scesa del 95% da quando gli europei sono arrivati in Australia. Si stima che ne esistano solamente 400 esemplari in natura. L’honeyeater si nutre del nettare dei fiori dell’eucalipto ma a causa della siccità questi alberi non sono in grado di produrne abbastanza “anche per gli uccelli sopravvissuti, siamo preoccupati che non riescano a nutrirsi” ha spiegato Ross Crates dell’Australia National University.

Negli ultimi mesi anche le aree che solitamente non bruciano sono andate in fiamme. Alcune foreste pluviali si sono asciugate a causa della siccità e sono diventate terreno perfetto per le fiamme. Poche immagini sono riusciti a scuotere i cuori come quelle dei koala che cercavano di scalare gli alberi per salvarsi dalle fiamme. A differenza di altri animali, i koala non sono in grado di volare via o nascondersi sotto terra. I koala non sono classificati come a rischio estinzione ma la loro popolazione è scesa drasticamente a causa delle fiamme “Sappiamo che i loro habitat sono andati distrutti e non siamo neanche vicini alla fine della stagione delle fiamme” ha spiegato Matthew Crowther dell’University of Sydney “i koala non si estingueranno nei prossimi anni, ma se il loro habitat fosse distrutto un poco alla volta potrebbe essere la fine. Dobbiamo guardare al lungo periodo, come saranno le temperature e gli incendi in futuro?”.