
I gruppi animalisti temono che il bracconaggio possa aumentare ora che, in assenza delle entrate del turismo, mancano i fondi per finanziare la protezione delle specie a rischio.
I gruppi per la protezione degli animali sostengono che la natura debba essere al centro della ripresa economica per salvaguardare la sicurezza delle persone, della salute e delle economie. L’appello è giunto per paura di un aumento del bracconaggio ora che il coronavirus ha iniziato a colpire le economie e i sistemi sociali delle aree rurali, mettendo a rischio oltre la salute delle persone anche le entrate necessarie per mantenere attivi i servizi di vigilanza.
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In Cambogia l’1% dell’intera popolazione di un uccello a rischio estinzione è stata già spazzata via mentre più di 100 tantali variopinti sono stati uccisi nel Prek Toal Ramsar Site, la più grande colonia di uccelli acquatici del Sudest asiatico. “D’improvviso le popolazioni si sono trovate senza nulla se non le risorse naturali e questo ha portato ad un aumento del bracconaggio” ha spiegato Colin Pool, direttore regionale di Wildlife Conservation Society a Phnom Penh. Questi gruppi stanno facendo il possibile per supportare la popolazione locale: “Sono l’ultima linea di difesa per foreste, uccelli e paludi e sono le persone che hanno bisogno di alternative per non doversi volgere verso le risorse naturali per sopravvivere”. In India c’è stato un aumento della caccia alle tigri mentre si teme per i rinoceronti e le altre specie a rischio in Africa.
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Matt Brown, direttore della divisione africana di Nature Conservancy, ha parlato a riguardo dell’improvviso calo delle entrate del settore turistico in alcune riserve e parchi nazionali: “Siamo preoccupati per come queste aree riusciranno a mantenere attivi i servizi di sicurezza e pattugliamento ora che le entrate sono scese a 0. Ci potrebbe essere un aumento del bracconaggio come conseguenza della recessione economica”.I ministri delle finanze del G20 si incontreranno questa settimana per discutere delle misure economiche volte a contenere l’impatto della pandemia. Campaign for Nature, di cui fanno parte esperti da Asia, Africa e Sud America, vuole chiedere ai ministri di includere nei loro piani anche la protezione della natura.
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Hugo van der Westhuizen della Frankfurt Zoological Society sostiene che mai come ora sia necessario rivalutare il ruolo della natura: “La protezione della natura non può mantenersi solamente sulle entrate turistiche e sulle donazioni. Il COVID-19 ci sta insegnando che diamo troppo per scontato la natura, insieme all’aria e all’acqua pulita, e sembra che dobbiamo perdere qualcosa prima di apprezzarne il valore. La natura non può essere ricreata una volta che l’abbiamo persa”.