Tante, troppe, fake news sul pesce abissale ribattezzato “diavolo nero”. Andrea Bonifazi: “Ecco la verità sull’esemplare avvistato a Tenerife, nelle Isole Canarie, in Spagna”.
Così inquietante, eppure, così innocuo. Dopo essere stato avvistato a Tenerife, nelle Isole Canarie, in Spagna, tra lo stupore del fotografo naturalista David Jara Boguñá, il melanoceto, nome scientifico Melanocetus johnsonii, solito vivere nelle profondità del pianeta Blu è morto.
Tre le cause che potrebbero avere spinto in superficie il pesce abissale notato, tra l’altro, nel film “Alla ricerca di Nemo“: una corrente marina, un disturbo fisiologico o una malattia. Di certo, la carcassa del “diavolo nero” è stata trasferita al Museo de la Naturaleza y el Hombre (MUNA) di Santa Cruz de Tenerife. Qui il melanoceto, il primo esemplare catturato in vita, è stato conservato in un barattolo per futuri studi. Nel frattempo, però, tante, troppe, le fake news sulla straordinaria creatura riemersa dagli abissi.
“La cassa di risonanza data dai media all’avvistamento del melanoceto, nome scientifico Melanocetus johnsonii, o “diavolo nero”, ha lasciato passare alcune informazioni non veritiere. Innanzitutto, le sue dimensioni. Nei video l’animale appare grosso e minaccioso. In realtà, il pesce abissale osservato è un esemplare, tra l’altro femmina, con dimensioni comprese tra i 15 e i 18 centimetri. Addirittura, nei soggetti maschi la lunghezza non arriva ai tre centimetri. Ma perché, almeno nei filmati, il melanoceto appare così grande? A causare questa distorsione potrebbe essere la mancanza di riferimenti all’interno della colonna d’acqua. Il “diavolo nero” non è nemmeno un animale rarissimo. Lo conosciamo poco, perché vive negli abissi ancora inaccessibili per l’essere umano. A volte, però, qualche esemplare rimane incastrato nelle reti dei pescatori“, ha spiegato a Teleambiente Andrea Bonifazi, naturalista, ecologo marino, fondatore della pagina social “Scienze Naturali” e autore del libro “Ventimila specie (o quasi) sotto il mare” dedicato proprio ai misteriosi abitanti del pianeta Blu.
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Sempre più specie animali aliene nel mar Mediterraneo. Ma cosa si intende con questo termine? Quali sono le conseguenze di un ecosistema sommerso conquistato dagli invasori a due, a quattro o a più zampe? Possiamo fermare la proliferazione del granchio blu? A rispondere a queste domande nel Magazine di Teleambiente dedicato alle specie animali aliene è Andrea Bonifazi, naturalista, ecologo marino, fondatore della pagina social “Scienze Naturali” e autore del libro “Ventimila specie (o quasi) sotto il mare”.
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