Tra gli arrestati anche due carabinieri, tra cui il colonnello Fabio Cagnazzo, già finito in passato al centro delle inchieste sull’omicidio avvenuto il 5 settembre 2010 ad Acciaroli di Pollica.
Quattro arresti per l’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica (Salerno) ucciso il 5 settembre 2010 in circostanze mai chiarite. Si tratta di quattro persone già interessate dalle varie inchieste giudiziarie portate avanti dagli inquirenti negli ultimi anni: Fabio Cagnazzo, ufficiale dei carabinieri; Romolo Ridosso, collaboratore di giustizia e figlio del boss del clan di Scafati Loreto-Ridosso; Giuseppe Cipriano, imprenditore; Lazzaro Cioffi, ex brigadiere dell’Arma. Quest’ultimo era già già stato condannato in secondo grado a 10 anni di reclusione, per il suo coinvolgimento nel traffico e spaccio di stupefacenti al Parco Verde di Caivano.
L’accusa: omicidio volontario
L’operazione è stata eseguita dal Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei carabinieri: le quattro persone arrestate sono state portate in carcere. Fabio Cagnazzo, colonnello dei carabinieri, era già stato ascoltato dagli inquirenti nelle ultime fasi dell’inchiesta giudiziaria. Le indagini sono coordinate dal procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli. I quattro arrestati sono accusati di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalle finalità mafiose.
L’omicidio Vassallo
Angelo Vassallo, di professione pescatore e sindaco di Pollica per tre mandati consecutivi dal 1995 al 2010, si era presentato come unico candidato ed era stato eletto da pochi mesi per il quarto mandato, quando fu ucciso ad Acciaroli, mentre rincasava, la sera del 5 settembre 2010. Contro il sindaco pescatore furono esplosi in tutto nove colpi di pistola, sette dei quali andati a segno. Da sindaco, Angelo Vassallo si era battuto per la difesa dell’ambiente e del territorio, oltre che per il contrasto alla criminalità organizzata, in particolare per quanto riguarda il controllo del porto in merito al traffico di stupefacenti.
Le indagini lunghe 14 anni
Le circostanze dell’omicidio, tra incertezze e depistaggi, dopo tutto questo tempo non sono mai state chiarite del tutto. Gli sviluppi degli ultimi anni, tuttavia, hanno portato a scoprire nuove responsabilità, legate non solo alla criminalità organizzata, ma anche a rappresentanti delle istituzioni collusi.
Fabio Cagnazzo, che per anni era stato a capo della compagnia dei carabinieri di Castello di Cisterna, in passato si era occupato di indagare sui più potenti clan di camorra nel Napoletano. Successivamente era stato comandante provinciale dei carabinieri a Frosinone e da un anno e mezzo risultava indagato per l’omicidio di Angelo Vassallo. Stando alle indagini, il sindaco pescatore aveva scoperto un traffico di stupefacenti riconducibili alla criminalità organizzata che avrebbe coinvolto anche esponenti dell’Arma. Angelo Vassallo aveva confidato quanto scoperto all’ex procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, ma fu ucciso prima di poter denunciare ufficialmente i fatti ad un carabiniere di fiducia dello stesso Greco. Fabio Cagnazzo è accusato di aver messo in piedi un depistaggio delle indagini ancora prima dell’omicidio di Angelo Vassallo.
Fondazione Vassallo: “Ispezioni anche al Comune di Pollica”
La notizia dei nuovi arresti è stata accolta con favore soprattutto da Dario e Massimo Vassallo, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore. Si tratta, indubbiamente, di una clamorosa svolta nelle indagini, ma potrebbe non essere sufficiente. “Accogliamo con speranza la notizia degli arresti, che confermano la pista che abbiamo perseguito sin dal 2011. La nostra determinazione è stata ripagata dall’incontro con il procuratore Giuseppe Borrelli, che ha creduto in questo filone di indagine su una vicenda drammatica per la nostra famiglia e per tutto il Cilento” – si legge in una nota della Fondazione – “Siamo solo alle battute iniziali di una tragedia che ha sconvolto il territorio e per cui chiediamo giustizia piena. Per questo, chiediamo al Ministero dell’Interno di disporre ispezioni urgenti presso il Comune di Pollica. L’omicidio di Angelo Vassallo non si è fermato il 5 settembre 2010, i danni morali e materiali alla comunità e alla nostra terra continuano. Chiediamo allo Stato di fare piena luce non solo sull’omicidio, ma anche sulle gestioni amministrative che hanno inciso profondamente sul Comune di Pollica e sul Cilento“.
Massimo Vassallo: “Vera svolta”
La Fondazione Angelo Vassallo ha poi annunciato che continuerà a lavorare insieme alla commissione parlamentare d’indagine sul ‘Sistema Cilento’ e sull’omicidio del sindaco pescatore, promossa dal senatore Antonio Iannone (Fratelli d’Italia) e dal deputato Pino Bicchielli (Noi Moderati).
“Oggi sono felicissimo, questi arresti sono l’unica svolta che poteva esserci. Ho ringraziato il procuratore Borrelli e il grande lavoro del sostituto Marco Colamonaci, che si è occupato della vicenda dal 2012. Non siamo sorpresi dai nomi degli arrestati, per anni abbiamo detto qual era la strada da percorrere” – ha spiegato a LaPresse Massimo Vassallo – “Certo la Procura, le forze dell’ordine e tutti coloro che si sono dedicati alle indagini hanno dovuto comunque acquisire elementi materiali e quant’altro, ma da fratello sentivo che in questa storia erano coinvolti alcuni soggetti. Siamo stati per tanto tempo in apnea, ma già da qualche anno conosciamo bene questi nomi. È brutto e triste vedere uomini dello Stato arrestati per omicidio, ma ringraziamo l’Arma dei Carabinieri che ha fatto un lavoro immenso. Hanno indagato un loro fratello, un proprio familiare, hanno preso l’unica posizione che si poteva prendere“.