Alla scoperta di anfibi e rettili. Il Magazine di Teleambiente

Alla scoperta di anfibi e rettili. Il Magazine di Teleambiente

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Ospite del Magazine di Teleambiente dedicato ad anfibi e rettili è il naturalista Nicolò Pellecchia.

Così simili, eppure, così diversi. Anfibi e rettili sono tra le specie animali più affascinanti del pianeta Terra. Esseri viventi che ogni giorno, nonostante la loro comparsa risalente a oltre 300 milioni di anni fa, continuano a generare curiosità, mistero e stupore.

L’anfibio, il cui nome greco – ἀμφί e βίος – significa “doppia vita“, una acquatica e una terrestre, è stato il primo vertebrato a colonizzare il Globo. Non a caso, oggi come allora, i veri signori di laghi, fiumi e paludi sono rane, rospi, raganelle, salamandre e tritoni. A differenza dell’anfibio, il rettile, dal latino reptilis, cioè “strisciante“, ha rappresentato il primo vertebrato riuscito ad adattarsi all’ambiente terrestre dopo un’iniziale permanenza acquatica. Tanti gli esempi, dagli alligatori ai coccodrilli, dalle tartarughe alle testuggini, dalle lucertole ai serpenti. Animali che, nonostante qualche falsa credenza, restano innocui davanti al loro principale nemico, cioè l’uomo.

Che siano anfibi o rettili, però, la loro presenza è fondamentale per la conservazione della vita, della nostra stessa vita, sul pianeta Terra. Ma perché questi esseri senzienti sono importanti? Qual è la differenza tra una rana e un rospo? Esiste un legame tra rettili e uccelli? A rispondere a queste e altre domande nel Magazine di Teleambiente è il naturalista Nicolò Pellecchia.

 

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Anfibi e rettili, l’intervista a Nicolò Pellecchia

Quanto sono importanti anfibi e rettili per la conservazione della vita sul pianeta Terra? 

Anfibi e rettili, che rappresentano appena l’1% dell’intera biodiversità del pianeta Terra, si trovano in una zona abbastanza centrale delle reti alimentari, dunque, sono in contatto con un elevatissimo numero di specie animali, dai predatori sopra di loro alle prede sotto di loro. Purtroppo, soprattutto in questo momento storico, queste creature stanno scomparendo a causa delle attività dell’uomo. Ciò potrebbe creare un grande squilibrio nel sistema naturale. Proprio per questo, oggi più che mai, salvaguardare anfibi e rettili è fondamentale”.

Spesso fiumi, laghi e stagni, oltre a prosciugarsi sempre di più a causa della crisi climatica, sono inquinati. Questo mix – bacini asciutti e presenza di sostanze nocive – può essere pericoloso per la sopravvivenza delle attuali 8.011 specie di anfibi? 

Bacini asciutti e presenza di sostanze tossiche possono rappresentare un mix letale per le specie animali, e non solo. Troppo spesso, quando si studiano le minacce alla vita degli anfibi, si analizzano cause singole, anziché cause plurime in connessione tra loro, come l’alterazione dell’habitat naturale con la scomparsa dell’acqua nel paesaggio e la contaminazione del territorio con elementi nocivi. Tra l’altro, rane, rospi, raganelle, salamandre e tritoni, oltre a essere particolarmente sensibili all’inquinamento, hanno una pelle estremamente delicata necessaria al loro respiro. E, si sa, per un essere vivente respirare significa vivere“.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Nature”, il 20% dei rettili è a rischio di estinzione a causa delle attività antropiche. Quali conseguenze potrebbero esserci per gli esseri umani in un Globo senza coccodrilli, lucertole e tartarughe?

Sul pianeta Terra, in caso di estinzione dei rettili, così come in caso di estinzione degli anfibi, si potrebbero verificare grandi squilibri. Il motivo? Alligatori, coccodrilli, lucertole, tartarughe e testuggini hanno un legame non solo con tantissimi predatori, ma anche con tantissime prede pronte a proliferare a dismisura. Sicuramente, invece, nel corso dei tempi geologici, altre specie animali rimpiazzerebbero i rettili come già successo in passato. Un classico esempio? I mammiferi che, milioni e milioni di anni fa, colonizzarono gli ambienti lasciati liberi dai dinosauri“.

 

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