Secondo le Nazioni Unite e l’ Organizzazione Mondiale della Sanità la devastazione degli ambienti naturali facilita l’avvento di pandemie globali come il coronavirus.
Pandemie come il coronavirus sono il risultato della distruzione della natura da parte dell’umanità, secondo i leader delle Nazioni Unite, dell’OMS e del WWF International, e il mondo ha ignorato questa dura realtà per decenni.
Il commercio illegale e insostenibile della fauna selvatica, nonché la devastazione delle foreste e di altri luoghi incontaminati sono da sempre le forze trainanti dietro il crescente numero di malattie che passa dalla fauna all’uomo, secondo gli studiosi delle organizzazioni che si stanno occupando delle cause dell’epidemia di coronavirus.
Questi scienziati chiedono una “green recovery” dalla pandemia di Covid-19, in particolare riformando l’agricoltura distruttiva e gli stili di vita alimentare insostenibili.
Un rapporto del WWF, pubblicato mercoledì, avverte: “Il rischio di una nuova malattia [dalla fauna all’uomo] che emergerà in futuro è più alto che mai, con il potenziale di provocare il caos su salute, economie e sicurezza globale”.
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I dati di questi studi stono particolarmente allarmanti, con i maggiori esperti di biodiversità del mondo che avvertono che pandemie ancora più mortali saranno sempre più frequenti, a meno che non si fermi al più presto la distruzione degli ecosistemi.
“Abbiamo visto emergere molte malattie nel corso degli anni, come Zika, Aids, Sars ed Ebola e tutte hanno origine da popolazioni animali in condizioni di forti pressioni ambientali“, affermano Elizabeth Maruma Mrema, capo della convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, Maria Neira, direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’ambiente e la salute, e Marco Lambertini, capo del WWF International.
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“Questi focolai sono manifestazioni della nostra relazione pericolosamente squilibrata con la natura“, hanno affermato. “Gli eventi passati ci mostrano che il nostro comportamento distruttivo nei confronti della natura sta mettendo in pericolo la nostra stessa salute – una dura realtà che collettivamente ignoriamo da decenni.”
“La cosa peggiore è che mentre il Covid-19 ci ha fornito un ulteriore motivo per proteggere e preservare la natura, abbiamo visto succedere il contrario. Dal Grande Mekong, all’Amazzonia e al Madagascar, sono emerse notizie allarmanti di un aumento del bracconaggio, del disboscamento illegale e degli incendi boschivi, mentre molti paesi stanno riducendo i fondi per la preservazione e la protezione degli ambienti naturali. Tutto questo arriva nel momento in cui ne abbiamo più bisogno.”
“Dobbiamo abbracciare una ripresa giusta, sana e verde e dare il via a una trasformazione più ampia verso un modello che valorizzi la natura come base per una società sana. Non farlo, e invece tentare di risparmiare denaro trascurando la protezione dell’ambiente, i sistemi sanitari e le reti di sicurezza sociale, ha già dimostrato di essere un grave errore anche dal punto di vista economico. ”
Il rapporto del WWF afferma che il 60-70% delle nuove malattie emerse nell’uomo dal 1990 provenivano dalla fauna selvatica. Nello stesso periodo sono stati sgomberati 178 milioni di ettari di foresta, equivalenti a oltre sette volte l’area del Regno Unito, sottolineando che i fattori chiave per le malattie che si spostano dagli animali selvatici agli esseri umani sono la distruzione della natura, l’intensificazione dell’agricoltura e della produzione di bestiame, nonché il commercio e il consumo di animali selvatici ad alto rischio.
Il rapporto si conclude esortando tutti i governi a introdurre e applicare le leggi per eliminare la distruzione della natura dalle catene di approvvigionamento dei beni e al pubblico.