Il 2024 è stato un anno da record per le rinnovabili in Italia, che, per la prima volta, hanno coperto il 41,2% del fabbisogno di energia elettrica.
Il Belpaese sta vivendo un periodo cruciale nella sua transizione energetica, ma la strada verso una piena sostenibilità è ancora lunga.
L’obiettivo di raggiungere il 42,5% di energia rinnovabile entro il 2030 richiederà ulteriori sforzi da parte di tutti i settori coinvolti, a partire dalla politica energetica nazionale fino alla gestione delle infrastrutture.
Ma qual è la strada migliore da seguire per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione? Come raggiungere l’obiettivo finale del net zero del 2050?
Sono state alcune delle domande al centro del convegno “Ambiente ed Energia dalla tradizione alla transizione” organizzato dall’Università eCampus.
“Con i migliori esperti, non solo giuristi ma esperti scientifici provenienti da tutte le branche della scienza, abbiamo ragionato su quelle che potrebbero essere delle strategie, delle soluzioni a quelli che sono i problemi principali della transizione energetica – ha spiegato Luigi Maria Pepe, dicente di Diritto Pubblico Comparato all’Università eCampus – e abbiamo riconosciuto quali sono le opportunità che la transizione energetica porta con sé. Sono particolarmente entusiasta di questa giornata, dove giuristi, economisti, ingegneri si sono avvicendati e hanno dato il loro contributo, la loro testimonianza, se non altro perché si è capito che la transizione energetica, ancora prima di essere una transizione scientifica, transizione ecologica, transizione ambientale è una transizione culturale. Dunque, noi tutti dobbiamo abbracciare un nuovo paradigma di pensiero che è quello di riuscire a mediare quelli che sono gli interessi pubblici e privati della transizione e quindi c’è il rischio, c’è la responsabilità e ci sono i benefici per la comunità. Questi tre segmenti, questi tre valori devono trovare un minimo comun denominatore per una decisione politica, giuridica, economica che sia il più giusto possibile, perché la conclusione a cui siamo giunti oggi è che l’obiettivo finale della transizione energetica non è altro che rendere la nostra società più giusta”.
Presente al convegno anche Paolo Arrigoni, Presidente GSE, che svolge un ruolo centrale nella transizione energetica, coordinando le azioni necessarie a raggiungere tali traguardi.
“Il GSE è il garante promotore dello sviluppo sostenibile nel paese – ha spiegato Paolo Arrigoni, Presidente GSE – siamo chiamati a gestire meccanismi di incentivazione per lo sviluppo delle rinnovabili, efficientamento energetico e mobilità sostenibile, monitoriamo anche l’evoluzione della transizione energetica nel nostro Paese e da un anno e mezzo stiamo potenziando il supporto alla formazione alle pubbliche amministrazioni e alle imprese. Assistiamo oltre 6200 pubbliche amministrazione, quasi 5000 comuni e con imprese e amministrazioni di categoria stiamo sottoscrivendo protocolli di collaborazione per aiutare il mondo imprenditoriale ad essere protagonisti della transizione energetica. Stiamo anche investendo molto sulla promozione, perché la transizione avrà efficacia con il coinvolgimento di tutti e quindi usciamo da Roma, dalla nostra sede centrale, andiamo sul territorio per spiegare il nostro ruolo e per spiegare che siamo a supporto di tutti per cercare di mettere a terra progetti che consentono di perseguire gli obiettivi sfidanti della transizione che sono scritti dal Governo nel Pniec”.