Home Attualità Amazzonia, l’ultima di Bolsonaro: “Il mondo dovrebbe ringraziarmi”

Amazzonia, l’ultima di Bolsonaro: “Il mondo dovrebbe ringraziarmi”

Secondo il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, lui e il suo paese dovrebbero essere ringraziati dalla comunità internazionale per il suo lavoro a difesa dell’ambiente.

Dopo Trump anche Bolsonaro. Qualcosa deve essere cambiato nelle strategie di comunicazione di questi due presidenti, che forse si sono accorti che il tema ambientale porta voti e consensi. Così dopo che Trump si era dichiarato “il più grande presidente ambientalista americano dopo Roosevelt” adesso anche Jair Bolsonaro, uno dei leader più storicamente antiambientalisti, più criticati e più odiati dagli attivisti locali e internazionali, così come dalle comunità indigene, ha detto alle tv nazionali che lui e il suo governo dovrebbero essere ringraziati per il loro lavoro a difesa della Foresta Amazzonica.

Amazzonia, l’ultimo tentativo per fermare la deforestazione: portare Bolsonaro in tribunale

I commenti arrivano mentre i grandi incendi continuano a imperversare nella foresta pluviale amazzonica del Brasile e nelle zone umide del Pantanal. Anche la deforestazione dell’Amazzonia è aumentata del 34,5% nei 12 mesi fino a luglio, rispetto allo stesso periodo di un anno fa, secondo i dati dell’agenzia governativa di ricerca spaziale Inpe.

Intanto le organizzazioni indigene denunciano la deforestazione e l’avvelenamento dei fiumi causati dai minatori illegali, che hanno invaso le riserve in numero crescente incoraggiati dal piano dello stesso Bolsonaro.

Secondo un’analisi dei dati ufficiali di Greenpeace, la deforestazione all’interno dei territori indigeni della foresta pluviale amazzonica è salita alle stelle nei primi quattro mesi del 2020, aumentando del 59% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Brasile, esperti contro Bolsonaro:”Sta spingendo il paese verso una crisi senza precedenti”

L’organizzazione ambientalista ha affermato che il 72% delle attività minerarie illegali in Amazzonia nei primi quattro mesi di quest’anno si è verificato su terre indigene o aree protette.

Nell’Amazzonia settentrionale, una corsa all’oro in corso ha visto 20.000 minatori invadere la riserva degli Yanomami, minacciando l’ambiente e la salute dell’ultima grande tribù isolata del Brasile.