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Amazzonia, scienziati, attivisti e indigeni insieme per salvare la Foresta

Mentre i Capi di Stato si riuniranno il 2 dicembre a Madrid per discutere dei cambiamenti climatici, attivisti, indigeni e scienziati si incontreranno nel cuore della Foresta amazzonica.

La ricerca di soluzioni alla crisi climatica non può essere più radicale e profonda della conferenza sul clima alternativa al COP25 che si terrà nella Foresta amazzonica.

Nei giorni scorsi, gli attivisti di Extinction Rebellion hanno viaggiato in una canoa a motore dentro la regione conosciuta come Terra do Meio, per condividere le idee con i capi indigeni, gli abitanti della foresta, gli attivisti ambientali e i maggiori scienziati, antropologi e archeologi del Brasile.

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L’anarchica russa Nadya Tolokonnikova delle Pussy Riot prenderà parte all’incontro insieme ad artisti locali e vescovi cattolici.

Il loro obiettivo è quello di porre l’Amazzonia al centro del dibattito globale sul clima. Inoltre, vogliono dimostrare che il Brasile può continuare a svolgere un ruolo centrale nella lotta al cambiamento climatico nonostante la decisione del paese di non ospitare il summit sul clima a seguito dell’elezione del Presidente Jair Bolsonaro.

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L’evento, soprannominato Forest COP, si svolge a due settimane dal COP25 di Madrid.  È stato organizzato dall’Instituto Socioambiental (ISA), la più grande organizzazione ambientale brasiliana, in associazione al Ibirapitanga Institute e Iriri.

La foresta pluviale è fondamentale per l’agricoltura e per il clima. Mentre le ricerche degli scienziati hanno mostrato l’importanza delle campagne per piantare alberi, proteggere e restaurare le foreste esistenti è ancora più efficace, in particolare nei tropici.

Lo scienziato Antonio Nobre ha rimandato tutti gli impegni per partecipare a questa riunione internazionale, interdisciplinare e intergenerazionale. La sua ricerca ha dimostrato come le foreste pluviali in salute possano generare fiumi, raffreddare la superficie della Terra e trattenere anidride carbonica.

Secondo Nobre l’ambiente è sopravvissuto per cinque milioni di anni nonostante le eruzioni vulcaniche, l’era glaciale, i meteoriti e la deriva dei continenti ma non è mai stato cosi in pericolo a causa dell’attività umana: “L’Amazzonia è il centro del mondo, Greta dice che dovremmo ascoltare gli scienziati. Ma quello che devono fare gli scienziati è ascoltare le persone della foresta”.

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Per molti nella società civile brasiliana, l’incontro è un’opportunità per riunirsi e trovare una soluzione in un periodo nel quale il nuovo governo ha ridotto la protezione ambientale, indebolito il supporto alle ONG e incoraggiato attività come gli incendi nella foresta per scopi agricoli.

“Ci siamo sentiti sconfitti, paralizzati. Poi abbiamo sentito di questo movimento giovanile, iniziato da Greta Thunberg e portato avanti da Extinction Rebellion. Sono stati di grande ispirazione. Vogliamo connettere questa generazione occidentale con gli indigeni e le comunità che vivono sul fiume, vogliamo che le persone vengano a vedere cosa accade alle loro terre” ha raccontato Marcelo Salazar di ISA.

Alcuni partecipanti europei, inclusa i giovani attivisti del Belgio, Anuna De Wever e Adelaide Charlier, hanno attraversato l’Atlantico in barca a vele per evitare le emissioni dei voli. Altri hanno compensato il viaggio in aereo piantando semi in un progetto di restaurazione della foresta. Al Forest COP seguirà una riunione più grande ad Altamira domenica.

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Il loro approccio è completamente diverso da quello dell’ONU, focalizzato su economia, tecnologia e urbanizzazione. Tuttavia, l’evento in Amazzonia ha meno partecipanti e i rischi e la logistica sono maggiori. Dopo un incontro sulle minacce di serpenti, ragni, malaria e febbre gialla, il gruppo è partito in viaggio prendendo l’autostradaTrans-Amazzonica e viaggiando attraverso alcune delle aree del Brasile che sono state colpite maggiormente da deforestazione e violenza.

Questo incluse Arara do Cachoeira Seca, un territorio indigeno invaso illegalmente da minatori, allevatori e minatori. In seguito, hanno viaggiato attraverso il fiume Iriri nella foresta della Terra do Meio, un’area di territori indigeni che stanno subendo una grande pressione. Tasso Azevedo, uno dei più grandi esperti nel monitoraggio satellitare, ha fatto pressione sull’importanza del cambiamento di prospettive da un punto tecnologico dello spazio a un meeting sul territorio.

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“Non ci sono abbastanza opportunità nel mondo per le differenti generazioni di incontrarsi in un posto come questo. Dobbiamo esplorare nuove idee. Quando sono nato nel 1972, il 99% della Foresta Amazzonica era intatta, ora ne abbiamo perso il 20%”. In agosto, la devastazione ha raggiunto il più alto livello nel decennio.

Il giovane contingente europeo ha detto di essere venuto per imparare: “Sono quei perché dei giovani in Europa hanno realizzato che abbiamo bisogno di un nuovo mondo ma gli adulti non sanno come vivere in modo diverso. Le persone qui lo fanno”,  ha raccontato Robin Ellis-Cockcroft, di Extinction Rebellion Youth. “Se potessimo cambiare le dinamiche del potere nel mondo, potremmo avere una chance”.

Alejandra Piazzolla, una studentessa colombiana e attivista di XR a Bristol ha detto: “Abbiamo appena realizzato in Europa come combattere per preservare il clima, ma le comunità indigene lo fanno da 550 anni. Saremmo in una situazione molto peggiore se non lo avessero fatto”.

In questa parte dell’Amazzonia la lotta può essere pericolosa. Il tasso di omicidi è più alto che in ogni parte del Brasile, dove la situazione è già una delle peggiori al mondo. Raoni, capo indigeno della tribù Kayapò, prenderà parte all’incontro, insieme ai rappresentanti dei gruppi indigeni di Yanomami, Juruna, Arara e Muduruku.

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Molte tribù stanno affrontando grandi rischi nel difendere le loro terre, come nel caso di Paulo Paulino Guajajara, assassinato nella regione Maranhao. Ma stanno nascendo alleanze tra le tribù rivali della foresta inclusi i quilombolas, discendenti di ribelli schiavi, e i ribeirinhos per unirsi ai tentativi di distruzione del governo brasiliano.

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La destra che sostiene il governo ha fatto appello per una mobilitazione di “patrioti” contro la conferenza di Altamira, che secondo loro è stata usata da eco-socialisti e ONG per minare la sovranità del Brasile.

Secondo gli organizzatori però è solo una tattica per prevenire il discorso sull’Amazzonia. “Rappresentiamo gente di tutto il mondo che vuole proteggere la Madre Terra. – ha detto lo sciamano Davi Kopenawa Yanomami – Tutto il mondo sa che noi indiani lo facciamo da sempre. Se distruggi la foresta avrai temperature più alte e meno piogge”.