A breve, dalla Moncloa, il premier Pedro Sanchez terrà una conferenza stampa per fare il punto della situazione.
Il bilancio delle vittime dell’alluvione che ha colpito la Comunità Autonoma di Valencia continua a salire ed è destinato a non fermarsi neanche nei prossimi giorni. I dati ufficiali, diffusi dal Ministero dell’Interno spagnolo, parlano di 211 morti, mentre il numero dei dispersi continua ad essere incerto. Fernando Grande-Marlaska, ministro dell’Interno, ha spiegato che non sarebbe saggio fornire cifre riguardanti le persone che ancora mancano all’appello dopo il disastro, mentre questa mattina si è tenuta una conferenza stampa del premier Pedro Sanchez, direttamente dal palazzo della Moncloa, sede del governo centrale.
Sanchez: “Nuovi rinforzi”
Pedro Sanchez, in conferenza stampa, ha aggiornato il bilancio ufficiale delle vittime, che fino a questa mattina era di 207 morti. Riconoscendo l’estrema difficoltà della situazione, il presidente del governo ha annunciato che nelle aree più colpite saranno inviati nelle prossime ore nuovi rinforzi, con altri 10mila agenti tra forze dell’ordine e forze armate. “L‘area di Valencia richiede più militari, macchine, finanziamenti, per far fronte alla seconda peggiore inondazione del secolo registrata in Europa. È il più grande dispiegamento di forze armate mai effettuato in Spagna in tempo di pace” – ha spiegato il premier spagnolo – “Oltre alla ricerca dei dispersi la priorità è ristabilire i servizi danneggiati nei municipi, la Dana ha provocato danni severi a ponti, autostrade, linee elettriche, imprese di distribuzione e altre infrastrutture che non furono progettate per sopportare i venti e il volume d’acqua che le ha travolte. In stretta collaborazione con i privati, sono stati realizzati lavori di riparazione senza sosta, abbiamo fatto passi avanti notevoli ma resta molto da fare. Al momento si è ristabilito il consumo elettrico al 94% dei colpiti ed è stata recuperata la metà delle 550.000 linee interrotte, con la previsione di recuperare il resto nel fine settimana“.
Il disastro visto dal satellite
Anche se le immagini girate dai residenti nelle zone più colpite sono destinate a rimanere impresse nella mente delle persone in tutto il mondo e non solo in Spagna, ci sono anche le rilevazioni satellitari a dare un’idea chiara delle proporzioni del disastro. L’Esa, l’Agenzia spaziale europea, ha diffuso le immagini satellitari dell’area di Valencia relative all’8 ottobre scorso e al 30 ottobre, il giorno successivo al disastro. La trasformazione del paesaggio, anche dallo spazio, è drammaticamente evidente e non potrebbe essere altrimenti dopo che in circa otto ore, su gran parte delle zone, è caduta la stessa quantità d’acqua normalmente prevista nel giro di un anno.
Ancora allerta
La Dana, dopo aver devastato l’area di Valencia ma anche altre Regioni come l’Andalusia, Castiglia-La Mancha e l’Extremadura, ha colpito anche la Catalogna, seppur con danni di minore entità, ed ha appena raggiunto anche le Baleari. L’allerta, quindi, resta altissima, anche per alcune zone della Comunità Autonoma di Valencia, in uno scenario che resta di totale devastazione, tra danni a edifici e infrastrutture e decine di migliaia di veicoli accatastati lungo le strade. Interi edifici sono stati spazzati via dalla furia dell’acqua, ci sono ancora oltre 100mila sfollati e in molti hanno perso tutto. Anche per questo, ci sono migliaia di volontari che hanno raggiunto le aree più colpite, arrivando anche da altre Regioni, per aiutare le forze dell’ordine e le forze armate che sono intervenute a soccorrere la popolazione. Nelle città e nei paesi più colpiti, per facilitare i soccorsi, sono state introdotte limitazioni alla circolazione privata.
Annullato il Gp di Valencia
La situazione è ancora di totale emergenza: mentre il bilancio delle vittime cresce e continuerà a farlo anche nelle prossime ore, si lavora costantemente nel tentativo di rintracciare tutti i dispersi, liberare strade e case dal fango, riattivare acqua e luce per i residenti, ma anche contrastare diversi casi di sciacallaggio. Inoltre, alla fine ha prevalso il buonsenso: il Gran Premio di Valencia, ultima tappa del Motomondiale che deciderà i vari titoli iridati, inizialmente previsto tra due settimane, non si disputerà perché la situazione è ancora precaria e per rispetto delle popolazioni colpite. L’ultimo Gp della stagione sarà disputato in un’altra sede che verrà comunicata a breve, dopo che anche vari piloti, tra cui l’italiano ‘Pecco’ Bagnaia, avevano espresso al loro contrarietà a correre in un territorio dove la popolazione continuerà a soffrire a lungo per l’accaduto.
La polemica e le accuse a Mazón
La polemica politica, però, non si placa: apparentemente, il governo nazionale e la Generalitat presieduta da Carlos Mazón lavorano in sinergia, ma non mancano le critiche a più riprese. Da Valencia fanno sapere che il governo si è mosso tardi, da Madrid sono arrivate accuse pesanti nei confronti di Mazón, ‘reo’ di aver minimizzato l’allerta e di non aver consentito all’esercito di accedere a tutte le zone più colpite. Il presidente della Generalitat, convinto che alle 18 di martedì la pioggia sarebbe diminuita quando poi proprio da quell’ora l’intensità era aumentata clamorosamente, aveva inviato i primi messaggi di allerta solo intorno alle 20, quando il disastro si era già compiuto. “Secondo le previsioni, il temporale si sta spostando, cosa che fa sperare che intorno alle ore 18 diminuirà la sua intensità in tutto il territorio della comunità. Considerato quello che sta succedendo, le cose stanno andando avanti fortunatamente senza danni materiali e senza allerta idrologica“, aveva spiegato Mazón in un video diffuso sui social alle 13 di martedì e poi cancellato dal suo staff una volta che l’alluvione aveva provocato le prime vittime.