Ospite del Meeting di Rimini il ministro Francesco Lollobrigida torna a parlare degli allevamenti intensivi.
Secondo il titolare del Masaf gli allevamenti italiani sono già adesso i più sostenibili del pianeta, la possibilità di migliorare ulteriormente le condizioni degli animali sarebbe pagata in termini economici dai consumatori col rischio di aprire a prodotti extraeuropei più scadenti.
“Quando si parla della differenza tra allevamenti, intensivi ed estensivi – ha sottolineato il ministro- si deve chiedere al cittadino se è disposto a pagare il prodotto 10, 20, 30 volte di più di quanto lo paga adesso e se la risposta è no quel cittadino deve sapere che non comprerà più il prodotto a basso costo o a costo equo, proveniente dai nostri allevamenti, ma lo comprerà da allevamenti di altri continenti che impattano sull’ambiente e sul benessere animale 10, 20, 30 volte più di quanto fa un nostro allevamento”.
Non è la prima volta che il ministro mette in guardia da quelli che considera “eccessi della sostenibilità ambientale”. Secondo Lollobrigida gli allevamenti intensivi contribuiscono alla crescita di emissioni solo in minima parte.
Diverse associazioni animaliste e ambientaliste sottolineano però come l’impatto degli allevamenti intensivi sia insostenibile: Greenpeace fa notare da tempo “l’enorme consumo di cereali destinati a diventare mangime per gli animali allevati e la massiccia emissione di ammoniaca nell’aria.” Questi impatti compromettono la qualità dell’aria e dell’acqua, minacciando anche la sicurezza alimentare delle persone. A ciò si aggiunge la riduzione della biodiversità, il rischio di zoonosi, i danni provocati agli ecosistemi acquatici degli allevamenti in acqua, per non parlare della sofferenza inflitta agli animali.
La peste suina africana continua a colpire gli allevamenti intensivi in Lombardia: ancora maiali abbattuti nel pavese https://t.co/k7rqE7Csxg
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Qual è la verità sugli allevamenti intensivi?
Le bugie dei lobbisti a favore della produzione intensiva di carne sono pericolose poiché generano disinformazione. Ma le bugie hanno le gambe corte e il cambiamento può diventare realtà.
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— Greenpeace Italia (@Greenpeace_ITA) August 21, 2024
Da tempo il ministro ha annunciato di volere inserire il tema nel testo della prossima Pac. La Politica agricola comune è uno strumento europeo volto a garantire l’agricoltura nell’Unione attraverso la realizzazione degli obiettivi previsti del Green Deal. In particolare il testo vigente punta sulla difesa della biodiversità e sulla strategia “Farm to Fork”; dal produttore al consumatore, ponendo particolare enfasi sulla sostenibilità ambientale del sistema di produzione del cibo. Nel 2027 scadrà il testo varato nel 2023.
Il Masaf è d’accordo sulla valorizzazione dei prodotti ottenuti in allevamenti estensivi: “Ci deve essere – ha affermato il ministro – il riconoscimento del valore dei prodotti di qualità che emergono da questo tipo di modello allevatoriale, ci deve essere una formazione anche scolastica, ove possibile, che accompagni questo percorso e su questi temi siamo impegnati”.