Una vita piena di eccessi per uno dei più grandi sex-symbol di sempre. Tante cadute e la depressione, da cui lo hanno salvato più volte i suoi cani. Lascia l’amato pastore Malinois, Loubo, di cui aveva detto: “Quando sarà il momento, vorrei che morisse con me”.
Alain Delon è morto all’età di 88 anni. Il cinema francese e quello internazionale piangono la scomparsa di una leggenda: attore poliedrico, sex-symbol e grande amante degli animali (e in particolare dei cani). Ad annunciarne la morte sono stati i suoi tre figli in una nota con cui viene chiesta riservatezza e rispetto per il lutto: “Alain Fabien, Anouchka, Anthony, oltre che il suo cane Loubo, sono profondamente addolorati nell’annunciare la scomparsa del padre. È morto serenamente nella sua casa a Douchy, circondato dai suoi tre figli e dalla sua famiglia“.
Una vita intensa e travagliata, sin dall’infanzia, ma anche il successo nel cinema internazionale, la bellezza che lo ha consacrato come uno degli uomini più sexy del suo tempo a livello globale, una carriera cinematografica lunga quasi 40 anni e l’amore per gli animali. Ma anche gli eccessi, le passioni per lo sport e gli affari, le cadute, la depressione per la morte dell’amata Romy Schneider. Quasi a rendere più umano, agli occhi del grande pubblico, un personaggio che appariva inarrivabile, una leggenda assoluta. Dagli anni ’60 in poi, Alain Delon è stato protagonista in film diretti dai più grandi registi europei, come ‘Delitto in pieno sole’ di René Clemente, ‘Rocco e i suoi fratelli’ e ‘Il Gattopardo’ di Luchino Visconti, ‘Il ribelle di Algeri’ di Alain Cavalier, ‘L’eclisse’ di Michelangelo Antonioni, ‘La piscina’ e ‘Borsalino’ di Jacques Deray, ‘La prima notte di quiete’ di Valerio Zurlini, ‘Zorro’ di Duccio Tessari, ‘Sole Rosso’ di Terence Young, ‘L’assassinio di Trotsky’ di Joseph Losey, ‘Il clan dei siciliani’ di Henry Verneuil e ‘Notre Histoire’ di Bertrand Blier (solo per citarne alcuni tra i più famosi nella sua sconfinata filmografia).
Negli ultimi anni, complice anche l’età avanzata, la salute di Alain Delon era notevolmente peggiorata. Nel giugno 2019, l’attore fu colpito da un ictus e, successivamente, da un linfoma.
Dopo essersi allontanato dal cinema alla fine dello scorso millennio, Alain Delon era tornato ad una vecchia passione: il teatro. E intanto, continuava a condurre una vita travagliata anche dal punto di vista sentimentale (in tutta la sua vita, oltre alle tante relazioni e flirt anche con donne molto note nello star-system mondiale, aveva avuto quattro figli da tre donne diverse, di cui uno non riconosciuto). Il tempo, infatti, non aveva scalfito l’immagine di un uomo sexy, misterioso, affascinante e dotato di un carisma assolutamente fuori dal comune.
Gli unici che sembravano capirlo, e che lo avevano salvato più volte dalla depressione, erano stati i suoi amati cani (ne ha avuti diverse decine in tutta la vita, ad un certo punto addirittura 14 contemporaneamente). L’attore ne era più che consapevole, al punto da dichiarare, in un’intervista nel 2018, quando viveva a Douchy in compagnia di un gatto e dell’amato pastore belga Malinois: “Se Loubo dovesse morire prima di me, non prenderò altri cani, ma se dovesse arrivare la mia ora, vorrei che muoia insieme a me. Chiederò al veterinario di farlo morire insieme a me con un’iniezione letale. Meglio così che sulla mia tomba dopo tanta sofferenza“. Dichiarazioni che all’epoca fecero scalpore, ma che rivelano l’amore totale che Alain Delon aveva per gli animali. Al punto da aver fatto costruire, nella sua grande tenuta a Douchy, una cappella per sé stesso circondata dalle tombe e dalle lapidi di tutti i cani avuti nel corso di una vita lunga, intensa e vissuta sempre al massimo.