La startup italiana PlantVoice ha sviluppato una tecnologi in grado di analizzare la linfa delle piante in tempo reale e valutarne lo stato di stress
Si chiama PlantVoice ed è una startup italiana in grado di valutare lo stato di stress delle piante, analizzando la linfa. Questo consente alle aziende agricole di migliorare la produttività e la qualità delle coltivazioni. Matteo Beccatelli CEO e co-founder di PlantVoice, ha spiegato a Rapporto Mondo come funziona questa tecnologia, che si attiva tramite l’installazione di un piccolo sensore. “A noi piace chiamarlo stuzzicadenti – spiega Beccatelli – perché è molto piccolo e di un materiale biocompatibile e si inserisce nel fusto della pianta. Questo è il vantaggio rispetto a tutta la pletora di sensori ambientali utilizzati che ci dicono se l’ambiente in cui vive la pianta è corretto, ma se arriva un patogeno o un fungo o c’è un fattore esterno non possiamo saperlo. È una tecnologia che si applica alla frutta, all’ambito vitivinicolo e olivicolo e grazie all’analisi della linfa valutiamo qualcosa che i sensori ambientali non riescono a valutare cioè lo stress. Se riusciamo a conoscere lo stress delle coltivazioni riusciamo a dosare acqua, fertilizzanti e fitofarmaci solo quando servono, ma possiamo anche stressare le piante quel poco che basta per garantire proprietà organolettiche migliori”.
A Fondare PlantVoice insieme a Matteo Beccatelli c’è il fratello Tommaso. A guidarli in questo percorso sono le origini familiari: “Veniamo dall’appennino parmense – prosegue Beccateli – che è una zona ricca di biodiversità e in cui il legame con la natura lo costruisci fin da piccolo, noi abbiamo anche una piccola azienda agricola di famiglia. Dall’unione di questo background e di questo sentimento di restituire qualcosa al territorio e il fatto che sono un chimico sensoristico, mentre mio fratello ha un background elettronico, ci siamo chiesti perché non andare a democratizzare la tecnologia e fornire qualche strumento che vada oltre una valutazione ambientale. Ci siamo detti dobbiamo entrare più dentro il problema, dobbiamo dare voce direttamente alle piante, da qui il nome”.