La terza e ultima giornata di Agrifood Future 2024 si è aperta, al teatro Verdi di Salerno, con un focus sull’e-commerce nel settore del cibo.
Nella giornata di ieri il focus aveva riguardato l’agricoltura 4.0 e i suoi futuri sviluppi.
Giuseppe Noschese, fondatore di Ecommerce HUB ha affrontato il tema della giornata raccontando come il settore del cibo sia stato travolto dall’esistenza delle app di cibo. App per la consegna di cibo già pronto o degli ingredienti esatti per preparare una ricetta.
Questa evoluzione mostra un’opportunità ancora da sviluppare appieno insieme a sfide culturali connesse. L’agrifood non cambia la produzione ma investe il packaging che consente la tracciabilità degli alimenti e la riduzione degli sprechi.
Farm to click
Farm to click è il motto dell’e-commerce; dal campo a casa attraverso un click.
Marco Biasin fondatore di e-commerce School ha portato i numeri del food online. Il cibo online ha raggiunto i 4 miliardi di fatturato nel 2023. L’e-grocery riguarda il cibo di largo consumo venduto nei supermercati, Sergio Grasso, Senior Account Development Nilsen IQ, ha raccontato come dopo la pandemia, nei primi cinque mesi del 2024 la quota dell’e-commerce tocchi il 6,1%, il settore cresce quattro volte tanto rispetto all’off line. I comparti digitalmente più avanzati sono quelli per la cura degli animali e per la cura personale e di casa. “Il cibo perde l’1,9% ma i prodotti freschi e freschissimi non vengono acquistati online per mancanza di fiducia sul grado di decomposizione, la frutta e la verdura viene acquistata solo dopo essere vista dal vivo. La spesa media fatta online aumenta, a causa dell’inflazione, il consumatore visita più siti e cerca di risparmiare.” La maturità dell’egrocery online è ad uno stato embrionale, secondo Grasso, in futuro i livelli dell’online dovrebbero allinearsi ai livelli dell’offline. Quindi il settore ha grosse prospettive di crescita. Riguardo il profilo dell’acquirente online al momento sono più uomini che donne, appartenenti alle generazioni X e Y.
Modelli di business
Sul palco del Teatro Verdi, Marco Biasin fondatore di ecommerce School ha affermato che “Sapere vendere online significa fare un’azienda che sa vendere online. Bisogna stabilire il target, B2C (Business to Consumer) o B2B (Business to Business), la logistica può essere locale o nazionale o puntare esclusivamente all’estero. Poi c’è il posizionamento: rivolgersi al grocery, alla tipicità, la distribuzione o creare la propria marca. In fine la distribuzione può essere diretta a rivenditori online o avere l’ecommerce proprietario. Il marketing quindi consiste nel portare traffico al sito e può puntare su ricerche di mercato, fare pubblicità a livello latente o ancora raccogliere il contatto e vendere. Il panorama food è composto da supermercati, produttori, brand, retailer, grossisti e startup.”
Esempi di successo
Tommaso Veneziani Category Manager di Soplaya, ha raccontato la sua esperienza nel settore del cibo. “Noi lavoriamo con più di 350 produttori, di questi almeno 250 sono locali, siamo nati con l’inclinazione verso il produttore locale. A noi interessa la qualità e la continuità del prodotto, se la qualità è costante, ci interessano i dati sulla logistica. Noi gestiamo ¾ del prodotto con Just in Time; il prodotto esce subito dal magazzino. Il prezzo deve essere in linea con il mercato. Anche in termini di sostenibilità economica e ambientale le piattaforme permettono di snellire lo spreco di cibo. Ottimizzando la logistica si abbatte lo spreco. Noi abbiamo 4 magazzini; Udine, Padova, Milano e Roma. I produttori provengono da tutta Italia.”
Priscilla Longobardi, head of e-commerce Pastificio Di Martino, ha raccontato le strategie comunicative dell’azienda: “La nostra azienda è sita a Gragnano, capitale europea della pasta e il nostro è un prodotto Igp. Quello che ci differenzia dalle altre marche è il legame ad altre aziende che condividono il concetto dell’italianità, il percepito del Made in Italy. In questa ottica sono nate le collaborazioni con Dolce e Gabbana, con il teatro San Carlo, con Barbie, questo per differenziarci nel mercato della pasta.”
Wine e-commerce
Una tavola rotonda è stata dedicata al mondo del vino e al ruolo del digitale in questo settore.
Il vino costituisce un settore a parte rispetto al resto del settore Cibo, ma anche questo mondo è stato sconvolto dal ruolo del digitale. emerge sempre più evidente l’uso dell’intelligenza artificiale che si fa sempre più prepotente.
Maria Luisa D’urso, esperta e-commerce per il food and wine, intervenuta alla tavola rotonda, ha sottolineato come il settore sia animato da profili di acquirenti molto diversi tra loro. “Il vino viene acquistato dopo essere stato assaggiato. Nonostante ciò, la comunicazione digitale ha un suo ruolo. I dati delle enoteche online mostrano un calo delle vendite dei vini di bassa gamma mentre c’è un incremento dei vini di qualità superiore. Il vino ha bisogno di due cose; capacità di raccontare ciò che il vino esprime in termini di storia della cantina e la capacità di saper distribuire”. Un tannico deve presentare una scheda prodotto esaustiva capace di far percepire il valore di quel vino, sostiene D’Urso; “molte enoteche online cominciano ad aprire negozi fisici perché l’esperienza è essenziale ma comunicare è il futuro del vino online.”
Secondo Tommaso Luongo, presidente AIS Campania, abbiamo vissuto un’accelerazione della comunicazione digitale. Il periodo della pandemia ha supportato il commercio online del vino, la fine delle restrizioni legate al Covid ha comportato un ripensamento del modello di sviluppo. “Bisogna stare attenti perché adesso la selezione si fa nei contenuti, basta copia e incolla, spesso la stessa scheda prodotto si replica tante volte, ci vuole un’esperienza che appartiene al mondo della professione. Come Associazione Italiana Sommelier dobbiamo essere in grado di trasmettere la cultura legata al vino”.