I pesticidi usati in agricoltura in situazioni di emergenza sono tossici. L’Università di Torino: “Danno grave per ambiente e salute”.
I pesticidi usati in emergenza in agricoltura sono tossici per l’ambiente, le api e la salute umana. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Science of the Total Environment. La ricerca, condotta da BeeLab, il Laboratorio sulla Salute e sul Comportamento degli Impollinatori coordinato da Simone Tosi, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, lancia l’allarme sull’uso di pesticidi non autorizzati.
Lo studio ha indagato sulle autorizzazioni emergenziali “in deroga” dei pesticidi. La panoramica delineata dai ricercatori mostra l’abuso di queste autorizzazioni, che in alcuni casi violano le normative UE che ne dettano la procedura, ostacolando gli obiettivi di sostenibilità stabiliti nell’ambito del Green Deal europeo.
Cosa sono le Autorizzazioni di Emergenza
In caso di criticità agricole particolari, gli Stati membri possono agire “in deroga” al processo di Valutazione del rischio applicato dall’Unione Europea in fase di autorizzazione dei pesticidi.
Al fine di proteggere la salute umana e l’ambiente, le Autorizzazioni di Emergenza “sono consentite solo in caso di eccezionali emergenze agricole: il loro uso deve essere quindi limitato (cioè non può superare i 120 giorni e una stagione di crescita) e deve essere promossa la ricerca concomitante su strategie alternative e più sostenibili”, spiega BeeLab.
Analizzando le deroghe concesse negli ultimi 5 anni, in media 600 all’anno, i ricercatori hanno scoperto che le autorizzazioni di emergenza sono ampiamente utilizzate in tutti gli Stati membri dell’Ue. Inoltre, nel 12% dei casi, la concessione all’uso di pesticidi ha avuto durata superiore ai 120 giorni previsti dalla normativa e il 37% delle autorizzazioni di emergenza sono state concesse ripetutamente dallo stesso Stato per lo stesso scopo agricolo. Nel 21% dei casi poi, veniva dato l’ok all’utilizzo di sostanze chimiche attive EA-AS tipo 3 non approvate dalla valutazione del rischio, che contaminano l’ambiente e sono molto più tossiche per gli impollinatori rispetto agli AS approvati.
“Il nostro studio – sottolineano Simone Tosi insieme a Luca Carisio dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta – dimostra come le autorizzazioni in emergenza siano ampiamente usate e rinnovate regolarmente sforando il limite dei 120 giorni. Questo porta alla contaminazione ambientale da parte di numerose sostanze non approvate e altamente tossiche. In definitiva, viviamo in uno stato di stabile emergenza agricola che agisce in deroga al Regolamento Europeo, con profonde implicazioni per gli esseri umani, gli animali e l’ambiente. Ma conoscendo le emergenze agricole più frequenti, si può dare la priorità alle ricerche utili per individuare strategie sostenibili di soluzione del problema”.