Non ci sono problemi di forniture, ma secondo Cai – Consorzi Agrari d’Italia – è necessario programmare acquisti per evitare difficoltà logistiche
Il crollo del prezzo del gas riporta il costo dei concimi tradizionali ai livelli pre-guerra con una riduzione del 40% rispetto al 2022, ma è necessario programmare acquisti ed interventi per evitare difficoltà logistiche che certamente non mancheranno.
A rilevarlo è il Cai, Consorzi Agrari d’Italia, alla vigilia di uno dei periodi più importanti dell’anno, gli agricoltori infatti, da qui a maggio, provvederanno a concimare le colture.
Si tratta di una boccata d’ossigeno importante per le aziende agricole.
Calo dei prezzi
Il prezzo dell’urea, il fertilizzante più utilizzato, oscilla tra 600 e 650 euro/tonnellata, in linea con i dati dell’autunno 2021, ben distante da quota 1000 euro/ton raggiunta nei primi mesi del conflitto in Ucraina.
Il nitrato ammonico, invece, è passato in poche settimane da 900 a 700 euro/tonnellata, mentre i fosfatici si aggirano intorno alle 400 euro/tonnellata, in calo del 25%.
Sono più contenuti, invece, i cali sui prodotti a base di potassio, che registrano comunque una lieve oscillazione (-5%).
I tecnici di Cai consigliano di utilizzare prodotti a cessione controllata dell’azoto per ottenere un risparmio del 25% circa, di apporto di elementi nutritivi e per raggiungere anche gli obiettivi di sostenibilità Ue.
“Un ulteriore aiuto – hanno detto da Cai – può arrivare dai sistemi di agricoltura di precisione che permettono di massimizzare la concimazione e risparmiare il 20% sul dosaggio di prodotti tradizionali”.
“È importante anche il contributo dei batteri azoto fissatori – hanno sottolineato – per rendere disponibile l’azoto atmosferico e sfruttarlo per la nutrizione delle piante.
Al momento, a differenza del deficit del fabbisogno del 40% dello scorso anno, non sono previsti particolari problemi di forniture”.
“L’Italia – ha ricordato ancora il Cai in conclusione – importa il 70% di concimi minerali, con l’Egitto che da sola rappresenta poco meno del 50% seguito da Algeria, Libia, Turchia, Marocco”.