“Allevare animali in condizione di sovraffollamento per cui non è previsto nemmeno uno stordimento efficace non può essere certificato Acquacoltura Sostenibile”.
L’associazione Essere Animali in azione contro un allevamento ittico italiano che ha la certificazione “Acquacoltura Sostenibile“.
“Ci siamo trovati davanti a degli enormi vasconi di cemento a terra dove gli animali nuotano ripetitivamente in cerchio.
Siamo qui per far sentire la nostra voce in difesa dei pesci e chiedere al Ministero dell’Agricoltura e ad Associazione Piscicoltori Italiani di ascoltare le nostre richieste e di integrare in questo disciplinare le modifiche proposte” – scrive l’associazione con un post sulla pagina Facebook –
Allevare animali in condizione di sovraffollamento per cui non è previsto nemmeno uno stordimento efficace non può essere certificato Acquacoltura Sostenibile“.
L’obiettivo del blitz, che si inserisce nell’ambito della campagna avviata da Essere Animali a luglio, è quello di far luce sulle contraddizioni del sistema di certificazione promosso da API (Associazione Piscicoltori Italiani).
“Il Ministero dell’Agricoltura insieme alle associazioni di produttori di pesce (API) e di molluschi (AMA), hanno sviluppato una certificazione che permette di etichettare i prodotti ittici da Acquacoltura Sostenibile. Ma in questa certificazione NON si affrontano le principali criticità delle condizioni di allevamento dei pesci“, si legge sul sito di Essere Animali.
L’OIE, organizzazione mondiale per la sanità animale, riconosce i pesci come esseri senzienti, cioè in grado di provare sentimenti come paura e dolore.
In questo disciplinare di certificazione “Acquacoltura Sostenibile” viene nominato più volte il miglioramento del benessere animale, ma in tutto il documento non è presente una definizione chiara del termine, sostengono gli animalisti. Inoltre, mancano i criteri base che servirebbero per eliminare nella pratica le principali cause di sofferenza per i pesci negli allevamenti.
Ecco le richieste di Essere Animali al Ministero dell’Agricoltura e all’Associazione Piscicoltori Italiani (API) QUI
Insieme all’associazione Marevivo e al responsabile della Divisione sub dell’associazione, Massimiliano Falleri, abbiamo affrontato altre problematiche come l’overfishing e il bycatch (cattura accidentale) e abbiamo cercato di capire se è possibile parlare oggi di pesca sostenibile.
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