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Acqua pubblica a rischio con il ddl Concorrenza. Il M5S: “Pronti a emendamenti per evitarlo”

Con il ddl Concorrenza, l’acqua pubblica è a rischio. A 10 anni dal referendum che sancì la volontà degli italiani, si rischia un vero e proprio tradimento. Il M5S annuncia di voler correre ai ripari.

Con il ddl Concorrenza l’acqua pubblica è a rischio. A 10 anni dal referendum che sancì la volontà degli italiani, si rischia un vero e proprio tradimento: con l’attuale versione del disegno di legge sarà impossibile mantenere in mano allo Stato la gestione del servizio idrico integrato e di altri servizi locali. C’è poi una delega che prevede, per il Governo, la possibilità di intervenire anche sulla proprietà delle reti, aprendo alla cessione ai privati non solo della gestione, ma anche di tutti i beni materiali, in nome di “un’adeguata valorizzazione della proprietà pubblica”.

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Come se non bastasse, un altro punto del ddl Concorrenza prevede incentivi per favorire le aggregazioni. Il rischio è che la gestione dei servizi idrici finisca in mano a grandi società multiservizi quotate in Borsa, che rischiano di diventare soggetti monopolisti a tempo indeterminato. Non proprio un esempio di concorrenza pura e semplice. E tra tutti i partiti di maggioranza, le peggiori accuse ricadono sul Movimento 5 Stelle. Quella dell’acqua pubblica, infatti, era una delle simboliche e storiche stelle e non mancano feroci attacchi nei confronti del partito oggi guidato da Giuseppe Conte.

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Per evitare, probabilmente, un ulteriore scollamento con la base, il M5S ha annunciato di essere pronto a correre ai ripari. “Condivido le preoccupazioni, presenteremo degli emendamenti per scongiurare la privatizzazione del servizio idrico. Quello dell’acqua pubblica è un tema a noi caro sin dall’inizio della nostra attività politica” – spiega il deputato Gianluca Vacca – “L’attuale gestione spesso presenta carenze e inefficienze, ma questo non deve diventare un alibi per procedere con una privatizzazione che, spesso, peggiora il servizio e fa aumentare i costi per i cittadini“.