Rapporto ISS, l’acqua potabile di rubinetto è sicura in quasi il 100% dei casi, ma 1 italiano su 3 non si fida. L’Istituto smentisce le fake news sull’argomento.
L’acqua potabile in Italia è di qualità elevata. È quanto emerge dal primo rapporto elaborato dal Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSiA) dell’Istituto Superiore di Sanità. L’acqua potabile che scorre nei rubinetti delle case è sostenibile e sicura in quasi il 100% dei casi, secondo i controlli effettuati negli ultimi tre anni in base ai parametri previsti dalla legge.
Eppure, secondo i dati Istat, un italiano su tre non si fida a consumare l’acqua che sgorga dal proprio rubinetto. Il rapporto analizza oltre 2,5 milioni di analisi chimiche, chimico-fisiche e microbiologiche condotte in 18 Regioni e Province Autonome tra il 2020 e il 2022.
La conformità risultata nel triennio preso in esame è compresa tra il 99,1% per i parametri sanitari microbiologici e chimici stabiliti e il 98,4% per i parametri indicatori, non direttamente correlati alla salute ma a variazioni anomale della qualità (che potrebbero influire su sapore, odore o colore).
Il rapporto pubblicato dall’Iss rappresenta un primo passo per costruire una “anagrafe dell’acqua” per mettere a disposizione dei cittadini tutti i dati sull’acqua potabile della propria zona.
Le fake news sull’acqua potabile
Oltre a rendere noto al pubblico il lavoro svolto sulla qualità delle acque italiane, l’ISS ha creato una sezione che smentisce le fake news più comuni sull’acqua potabile.
Tra le principali, c’è l’idea che l’acqua del rubinetto di casa o dei chioschi o punti di distribuzione) non è sicura, quando invece lo è quanto bere l’acqua minerale naturale. Non è vero che per essere “buona” l’acqua potabile deve essere priva di sostanze chimiche. Le sostanze naturalmente presenti nell’acqua come il boro, il selenio, il fluoro, il cromo, il rame, o il calcio il magnesio, lo iodio, il potassio rappresentano un vantaggio per la nostra salute. Diverso il discorso che riguarda le sostanze chimiche potenzialmente dannose per l’organismo, come i PFAS, per cui la normativa vigente garantisce dei livelli limite da rispettare (anche se per alcuni non sono abbastanza rigidi).
Non è altresì vero che al ristorante non si può chiedere l’acqua del rubinetto o che possa essere servita quella minerale nella caraffa. Quest’ultima va servita nella bottiglia chiusa, come previsto dalla normativa.
Un’altra convinzione diffusa, ma falsa, è che l’acqua potabile di rubinetto provochi o favorisca la formazione di calcoli renali, così come le acque ricche di sali di calcio e magnesio. Il consiglio di bere acque minerali o leggere per evitare i calcoli non è supportato da evidenze scientifiche: la formazione dei calcoli dipende in molti casi da una predisposizione individuale oppure familiare.
Inoltre, conoscere quali sono le caratteristiche dell’acqua che si ha in casa è possibile, contrariamente a quanto si pensa. Sul sito del proprio gestore idro-potabile sono già forniti i dati sulle caratteristiche delle acque e i risultati dei controlli. Entro due anni poi, i cittadini potranno reperire molte altre informazioni sull’acqua nell’Anagrafe territoriale dinamica delle acque potabili (ANTeA) che è in corso di sviluppo.