Home Agricoltura Accordo Ue-Mercosur, Coldiretti: “No alla rottamazione degli agricoltori europei”

Accordo Ue-Mercosur, Coldiretti: “No alla rottamazione degli agricoltori europei”

Accordo Ue-Mercosur, Coldiretti: "No alla rottamazione degli agricoltori europei"

No alla rottamazione degli agricoltori europei. L’opposizione di Coldiretti e delle principali associazioni del settore all’accordo con Mercosur è totale.

L’Unione europea e Mercosur hanno da poco stabilito un patto di libero scambio, a cui si lavora dal 2000. Il Mercosur è un mercato doganale costituito tra i Paesi sudamericani: Argentina, Brasile , Bolivia, Uruguay e Paraguay, contro l’intesa si era schierata la Francia mentre l’Italia aveva mostrato delle riserve. Adesso il patto dovrà essere firmato da Parlamento europeo e Consiglio europeo per entrare in vigore.

Coldiretti, insieme ad altre associazioni di agricoltori come Confagricoltura, sostiene da sempre che aprire ai prodotti sudamericani significa fare entrare nell’Unione cibi con standard di sicurezza inferiori a quelli imposti dall’Unione sul suo territorio. È noto infatti che nei Paesi del Mercosur è possibile utilizzare pesticidi vietati nell’Unione così come somministrare agli animali farmaci per la crescita che gli allevatori europei non possono utilizzare per ragioni di sicurezza alimentare. La stessa Commissione europea ha provato che in Brasile viene somministrato l’estradiolo ai bovini, ormone della crescita vietato nell’Unione. L’accordo garantisce un miliardo di aiuti ex post per i settori che dovessero essere penalizzati dall’ingresso dei prodotti sudamericani.

Ma a suscitare nuove proteste è l’annuncio della Presidente della Commissione, Von der Leyen, di un fondo di 1,8 miliardi destinato alla transizione verde e digitale dei Paesi Mercosur.Al danno si aggiunge la beffa”, commenta Coldiretti.

Si tratta, secondo le associazione dei coltivatori, di un accordo che segna la fine dell’agricoltura europea, troppi gli agricoltori e allevatori che sarebbero costretti a cessare le attività non potendo competere con i prezzi dei prodotti importati.

La posizione dell’Italia non è scontata perché l’accordo permetterebbe a molti prodotti europei, come le automobili e il vino, finora penalizzati da dazi importanti, di penetrare nel mercato sudamericano. Altra prospettiva allettante è la possibilità di accedere alle risorse di litio sudamericane, il minerale è cruciale per la transizione verde europea poiché è utilizzato nelle batterie dei veicoli elettrici. Secondo le stime della Commissione, in Europa la richiesta di litio aumenterà di dodici volte entro il 2030.

Adesso la parola spetta ai singoli Stati, che votano all’interno del Consiglio europeo. Il nostro Paese dovrà decidere se schierarsi contro l’accordo insieme a Francia e Polonia o se firmare per l’entrata in vigore delle nuove norme. Nei prossimi mesi l’Italia dovrà prendere una posizione netta pro o contro l’accordo.