Ambientalisti soddisfatti dopo lo stop temporaneo alla caccia ai cervi residenti in Abruzzo.
Stop alla caccia ai cervi residenti nella Regione Abruzzo. A confermarlo è stato il Vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, dopo settimane di discussioni, polemiche e ricorsi alla giustizia amministrativa. A bloccare la mattanza dei 469 animali, almeno secondo le istituzioni locali, sono stati gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) a causa della mancata emanazione degli avvisi pubblici per l’assegnazione dei capi da uccidere.
Tutto rinviato a novembre 2024, però, al netto di eventuali pronunce del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) o del Consiglio di Stato a favore dei cervi soliti brucare erba nelle campagne coltivate. Un’abitudine che, a detta degli agricoltori, avrebbe causato danni per migliaia di euro. Ed ecco allora la delibera dell’estate 2024, con un tariffario tra i 50 e i 250 euro, per abbattere gli animali colpevoli, si fa per dire, di nutrirsi. Di certo, in attesa di ulteriori aggiornamenti, gli ambientalisti hanno espresso soddisfazione per la messa al bando, seppur temporanea, di una pratica anacronistica, barbara e crudele.
A causa di una “dimenticanza” dell’amministrazione abruzzese, il massacro dei cervi è stato rimandato a novembre. Un rinvio che ci fa guadagnare tempo nella lotta per salvare gli animali! Abbiamo depositato ricorso al Consiglio di Stato e siamo in attesa di una pronuncia#LAV
— LAV (@LAV_Italia) October 14, 2024