A Treviso un atelier sostenibile offre abiti da sposa usati in noleggio a fronte di un contributo volontario. Un’iniziativa per promuovere la sostenibilità ed evitare i modelli low cost del fast fashion.
In media in Italia il budget per un matrimonio con circa 100 invitati si aggira tra i 18.000€ e i 30.000 € (25.000€ la cifra media più comune).
Le coppie prossime al lieto evento, spaventate da queste cifre, cercano di contenere i costi. Per le spose che non possono concedersi un abito di nozze nuovo di sartoria, nel Trevigiano c’è una possibilità in più, grazie all’iniziativa di una donna di Jesolo (Venezia), Marta Feletto, in collaborazione con la Caritas di Paese (Treviso). Si tratta di “atelier sostenibile” che mette a disposizione centinaia di modelli usati che si possono noleggiare a fronte di un contributo volontario, con l’unico obbligo di restituire il capo lavato. Le taglie della casa trevigiana, che si possono visionare e provare nella taverna di un’abitazione resa disponibile da una volontaria, sono comprese tra la 38 e la 52, ed è possibile scegliere tra oltre 200 modelli disponibili.
Alla base dell’iniziativa non c’è però solo il risparmio economico, ma anche principi etici e di contenimento degli sprechi. Si tratta, alla fine, di un abito che verrà indossato una sola volta, per poi giacere nell’armadio.
Il progetto si ispira ad un’esperienza già messa in campo dalle suore di un convento in Umbria, il monastero di Santa Rita da Cascia, il cui ricavato è destinato al mantenimento della struttura religiosa.
Si tratta, inoltre, di un’alternativa decisamente più sostenibile, rispetto a quella di acquistare un abito low cost su siti di fast fashion, come quello dell’e-commerce cinese Shein, un trend, putroppo, sempre più in crescita.
Abiti low cost ma a caro prezzo per l’ambiente
Shein, il colosso cinese della moda veloce o moda usa e getta, si è lanciato anche nel mondo del wedding offrendo abiti da sposa per $ 50- $ 200, ben lontani dal prezzo di ~ $ 2.000 per un abito da sposa medio. Tra abito, accessori, acconciatura e make up si può arrivare in media intorno ai 5mila euro.
Un video recentemente condiviso su TikTok da una futura sposa, ha fatto molto discutere. L’abito scelto, compresi gli accessori è “total shein”. E dopo il matrimonio? Reso. Questo è lo scambio di battute con il fotografo intento a filmarla.
@frankrinaldifotografo LA VERITA CHE NESSUNO TI DIRA MAI #shein ♬ suono originale – Frank Rinaldi
Shein non è l’unico brand ad offrire abiti low cost. Abercrombie & Fitch ha lanciato un Wedding Shop con oltre 100 articoli per spose, damigelle e ospiti con un prezzo compreso tra $ 80 e $ 150. Dopo H&M, anche Zara qualche anno fa ha lanciato la sua prima linea sposa con costo degli abiti che oscilla tra i 60 e i 130 euro.
Il risparmio è evidente, ma siamo davvero disposti ad acquistare abiti fatti di fibre sintetiche e sostanze chimiche, oltre a finanziare i brand del fast fashion che producono i loro vestiti sfruttando i lavoratori? Se trovate poco etico spendere una fortuna per un capo che verrà indossato solo una volta, in questa scelta di etico non c’è davvero nulla.
Altre alternative agli abiti da sposa fast fashion
1)Noleggio. La prima opzione è noleggiare l’abito da sposa, una filosofia già diffusa per gli abiti da sera o per occasioni speciali. Il noleggio è un’opzione intelligente e sostenibile, adatta proprio per le occasioni in cui sappiamo che quel vestito verrà indossata uno o poche volte. Diversi sono i siti online dove è possibile noleggiare abiti, come Drexcode, Borrowing Magnolia, La Cler o Rent the Runway.
2)Vintage. La seconda opzione è quella dell’acquisto vintage o del second hand, molto spesso fortemente vantaggioso dal punto di vista del prezzo, tra questi, Vinted, Rebelle e Vestiaire Collective. L’estetica vintage continua, infatti, a influenzare le scelte stilistiche nei matrimoni per rievocare epoche passate con un occhio anche all’ambiente. Secondo Lyst le ricerche per gli abiti da sposa vintage sono aumentate del 297%, un numero sbalorditivo
3)Recuperare quello della mamma. La terza, infine, a costo zero, è quella di riutilizzare e modificare un cimelio di famiglia, come un abito appartenuto ad esempio alla mamma o alla nonna.