A Terni ci sono negozi che chiudono e si perdono posti di lavoro, a pagare dazio sono soprattutto le donne. Lucia Rossi della Filcams Cgil: “La terziarizzazione dell’economia va governata o rischia di travolgerci”
Nel territorio ternano il settore del commercio sta vivendo una situazione di lento declino, con ripercussioni sull’occupazione, soprattutto femminile, unito ad una diffusione di contratti pirata e quindi, bassi salari e tanta precarietà.
Stando ai dati dell’Ispettorato del lavoro, nel 2023 su 48 casi accertati di lavoro sommerso in provincia di Terni, 31 erano concentrati nel terziario e su 982 irregolarità accertate, ben 831 riguardavano questo settore.
L’allarme è stato lanciato dalla Filcams Cgil di Terni, secondo la quale non è più rinviabile un intervento su più livelli.
Nel corso di una conferenza stampa, a cui hanno partecipato Lucia Rossi, segretaria generale della Filcams Cgil Terni e Luca Solano sempre della segreteria della Filcams Cgil Terni, citando dati dall’Agenzia Umbria Ricerche, è stato spiegato che tra il 2013 e il 2023 Terni ha perso il 19% dei negozi al dettaglio, 80 esercizi nel centro storico e 168 nelle aree periferiche.
Ai microfoni di Teleambiente la situazione è stata illustrata da Lucia Rossi:
“Attraverso le analisi che abbiamo verificato – ha detto Lucia Rossi – abbiamo visto che c’è un’ulteriore terziarizzazione dell’economia a Terni, perché dal punto di vista della presenza e dell’occupazione, la manifattura è in declino”.
“La terziarizzazione – ha aggiunto – ci pone un problema relativamente alle condizioni materiali delle persone, perché parliamo di lavoro ‘povero’, di lavoro sicuramente non rispettoso dei diritti delle singole persone, dei lavoratori e delle lavoratrici, per questo è necessario, non solo analizzare, ma invertire una tendenza”.
“Su questo – ha sottolineato Lucia Rossi – vorremmo ci fosse un confronto serio, tra parti sociali e istituzioni per garantire un percorso di sviluppo del nostro territorio, che ad oggi è fortemente in declino”.
“La Camera di commercio dell’Umbria evidenzia Terni come una città in cerca di vocazione e noi – ha proseguito Lucia Rossi – vorremmo identificare la vocazione attraverso uno sviluppo integrato, attraverso l’idea di sviluppo industriale, ma integrato con un’idea di turismo, di commercio, che sia rispettoso dei diritti di chi lavora”.
Consiglio ai consumatori
“Sarebbe molto utile – ha concluso Lucia Rossi – dal punto di vista dei consumatori, capire chi ci troviamo davanti, se è un’attività commerciale che rispetta i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, oppure no. E capire che, sempre dal punto di vista dei consumatori, rispettare i diritti dei lavoratori è un elemento qualificante del lavoro stesso”.
Alle parole di Lucia Rossi, sono seguite quelle di Luca Solano.
“La punta dell’iceberg di questo periodo – ha ricordato Solano – è evidente che sia la chiusura di Conbipel del 18 agosto e quella di Terranova del primo luglio. Sono situazioni diverse che però hanno portato alla perdita di circa 20 posti di lavoro, tutti al femminile. Una problematica, quella dell’occupazione femminile che, chiaramente in quei settori, vede il massimo impiego di donne”.
“I dati provinciali – ha evidenziato Solano – ci dicono che da prima della pandemia, al 2023, c’è stata una perdita secca di circa 3000 posti di lavoro, con un aumento della disoccupazione femminile e del tasso di inattività delle donne”.
“È evidente – ha continuato Luca Solano – che ci sia un problema sul commercio che dovremmo affrontare con il comune di Terni e con gli altri comuni, per un un patto per la legalità nel comparto, a partire dagli appalti”.
“È impensabile – ha chiuso Solano – che il commercio ed anche altri settori, come la ristorazione ed il settore alberghiero, facciano solo, dell’abbassamento dei costi del personale, l’unico motivo di competitività tra le aziende. Bisogna cambiare, invertire la rotta e la tendenza”.