A Perugia nasce la Carta degli influencer, 7 punti per ‘responsabilizzare’ il lavoro dei creator

A Perugia nasce la Carta degli influencer, 7 punti per ‘responsabilizzare’ il lavoro dei creator

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A margine dell’evento “La SOStenibilità Virale” su etica social e responsabilità è stata ufficializzato, in 7 punti, il manifesto per i Content & Digital Creators

 

A Perugia, la prima edizione de “La SOStenibilità Virale – Social e Responsabilità: Temi etici del Contemporaneo”, patrocinata dal Ministero dello Sport e dei Giovani, si è conclusa con un’anteprima assoluta.

È caduto il velo dalla Carta dei Valori dei Content & Digital Creators, un documento etico in 7 punti, stilato dall’Associazione Italiana Content & Digital Creators in collaborazione con l’Associazione Luna.

Il primo valore, condiviso, contiene proprio un richiamo alla responsabilità di avere un’audience vasta all’ascolto.

Alla tavola rotonda hanno partecipato, tra gli altri la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, il sindaco di Perugia Andrea Romizi ed il Magnifico Rettore, Maurizio Oliviero.

L’evento non si è limitato a fotografare numeri e riflessi sociali di un fenomeno che tocca ormai ogni ambito della società, ma ha anche posto le basi per un nuovo approccio etico e responsabile per chi nella vita fa il content creator.

Una nuova professione a tutti gli effetti che oggi in Italia conta circa 350mila persone.

Un piccolo esercito per il quale però ancora manca un codice deontologico, un inquadramento professionale e contributivo, un codice ateco.

Su questi temi e sull’impatto che oggi i contenuti proposti in rete, dagli influencer, hanno nella società e nel dibattito pubblico si è focalizzata la tavola rotonda di Perugia.

I relatori hanno cercato di fotografare le infinite sfaccettature di una nuova socialità che ha risvolti economici, educativi, sociali, filosofici e tecnologici.

A Perugia nasce la Carta degli influencer, 7 punti per ‘responsabilizzare’ il lavoro dei creator, Foto 2

Alcuni degli interventi

Matteo Grandi, presidente dell’Associazione Luna, che con i suoi libri ha da sempre indagato il rapporto fra uomo e ambiente digitale, e promotore dell’evento ha spiegato come oggi sia “diritto degli utenti ambire a un ambiente digitale sano e sicuro” e si è chiesto se questo diritto non vada in conflitto con il “diritto degli influencer alla libertà d’espressione”.

Secondo Grandi, i veri antidoti per le tossine che circolano in rete sono innanzitutto responsabilità di chi pubblica e consapevolezza di chi ascolta”.

Massimiliano Dona, presidente dellUnione Nazionale Consumatori, ha invece esposto il punto di vista degli utenti: “Oggi il creator è investito di una responsabilità doppia, e la trasparenza nei confronti dei follower è un elemento dirimente”.

Padre Philip Larrey, filosofo e Preside della Facoltà di Filosofia presso la Pontificia Università Lateranense ha posto l’accento sull’aspetto etico, filosofico e valoriale della presenza digitale.

“L’approccio etico a questi temi è importante per avere coscienza del proprio ruolo e del ruolo della rete – ha sottolineato Larrey –  ma anche per riconoscere i pericoli come quello rappresentato dall’intelligenza artificiale”.

Sonia Montegiove, analista informatica e formatrice, ha invece posto l’accento sull’importanza della formazione, ma anche sul ruolo dell’informazione: “Alla complessità si risponde con competenze diverse e sfaccettate. Internet non è un far West. Solo la legge non basta”.

“Bisogna – ha detto ancora la Montegiove –  richiamarsi alla responsabilità delle piattaforme. Bisogna lavorare su cultura e consapevolezza”.

Francesco Nicodemo, Direttore Editoriale della Fondazione Italia Digitale, ha analizzato il rapporto fra giovani e consapevolezza:Mi rivolgo ai giovani che nei social ci vivono e che da nativi digitali sono a proprio agio molto più degli adulti in rete”.

“Questo è il vostro spazio. Cercate di capirlo e – ha aggiunto –  cercare di capire che sono spazio volete occupare”.

Valentina Franzoni, ricercatrice del dipartimento d’informatica dell’Università degli Studi di Perugia ha parlato di numeri e dinamiche che contraddistinguono i social.

“Bisogna stare attenti ha detto Franzoni –  all’uso delle parole, quando parliamo di pericolo attiviamo la reazione emotiva del nostro cervello, mentre di fronte ai nuovi scenari posti dal digitale dovremmo semmai parlare di rischio”.

“Demonizzare l’intelligenza artificiale – ha continuato  è sbagliato. Da ricercatrice posso dire che se sequenziata nel modo giusto è una risorsa preziosa nei campi più disparati a partire dalla medicina diagnostica”.

Infine, Maurizio Valente, vicepresidente dell’Associazione dei Content e Digital Creators ha spiegato i motivi che hanno portato alla nascita dell’Associazione.

“Noi  – ha affermato Valente – vogliamo e dobbiamo rappresentare istanze diverse, ma, al tempo stesso, dal nostro punto di vista è fondamentale responsabilizzare i creator. Oggi chi fa questo lavoro deve avere un approccio etico.  Al tempo stesso deve anche vedersi riconosciuti diritti da lavoratore di un settore che tarda a essere riconosciuto come tale”.

Tutti i relatori si sono trovati concordi nel sottolineare l’importanza di educazione digitale e consapevolezza. Questi sono i cardini di una presenza in rete meno esposta a rischi e meno vulnerabile.

I 7 punti della Carta dei valori degli influencer:

1 Responsabilità: a grandi numeri corrispondono grandi responsabilità

2 Condivisione: Condividere in libertà è giusto ma non significa necessariamente ostentare

3 Credibilità: chi mi segue mi dà fiducia, va ripagato con credibilità, affidabilità e rispetto

4 Indipendenza: posto i miei contenuti in piena autonomia e libertà

5 Adv: quando pubblico contenuti promozionali lo rendo noto

6 Stop bullismo: ripudio il bullismo e ogni forma di gogna mediatica, oggi tocca a loro domani potrebbe toccare a me

7 Stop violenza: ripudio qualunque contenuto inciti alla violenza, alla discriminazione in tutte le sue forme e qualunque contenuto pericoloso a rischio emulazione.

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