Crisi climatica e divulgazione scientifica, il ruolo chiave degli scienziati e dei giovani

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La scienza climatica è fondamentale per affrontare i cambiamenti già in atto e sensibilizzare le nuove generazioni, sempre più consapevoli dell’urgenza ambientale.

Una delle sfide maggiori di questo secolo è senz’altro la crisi climatica. Le temperature sempre più alte dell’atmosfera e dei mari generano sempre più spesso eventi climatici estremi che modificano il clima così come lo abbiamo conosciuto per secoli. In questo senso un ruolo fondamentale lo svolgono gli scienziati che devono analizzare tutti gli aspetti della crisi climatica per comprendere non solo le migliori modalità per mitigare il cambiamento climatico ma anche come adattare le nostre vite alle modifiche del clima che sono già in atto.

Ma se da una parte gli scienziati devono studiare, dall’altra devono anche comunicare le loro scoperte per spingere l’opinione pubblica verseo una maggiore comprensione di quanto sta accadendo. Lo sa bene Vittorio Bo, direttore del Festival della scienza di Roma che si è tenuto all’Autorium Parco della Musica dall’8 al 13 aprile.

“Tutte le analisi statistiche, tutte le proiezioni e le simulazioni sono fondamentali per comprendere i rischi, soprattutto in un paese come l’Italia con grande fragilità idrogeologica e non solo”, ha spiegato Vittorio Bo.

Raccontare la scienza climatica ai più giovani

“In questo senso lo studio e l’attenzione verso i temi ambientali si sposa di più come temi con i giovani, perché la sentono come un’urgenza, più di quanto non lo sentano se gli si parla di bucchi neri o di onde gravitazionali, questo è logico, però questo tema dell’ambiente è sottovalutato dagli adulti rispetto agli interessi e anche alle preoccupazioni dei giovani. Spesso si dice, o si sente dire dai giovani, ci rubate il futuro, ci avete rubato il futuro, in parte è vero, non dobbiamo nasconderlo, perché la prospettiva che c’era anche spinti nel dopoguerra, anche spinti da un grande desiderio, voglia collettiva di ritornare a lavorare insieme, a crescere, oggi è molto più frammentata, certamente non ci sono più le grandi divisioni geopolitiche, anche se ci sono delle nuove forme di influenza economico-politico estremamente pesanti o comunque rilevanti e noi dobbiamo fare in modo che ci sia una coscienza civile verso la scienza la più ampia possibile“, ha proseguito il direttore del Festival delle Scienze di Roma.

 

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