L’ambiente è stato uno dei protagonisti del concertone del 1° maggio di quest’anno con l’intervento sul palco della green-influencer Federica Gasbarro e la protesta di Greenpeace contro Eni sotto il palco

Il concertone del 1° maggio a Roma è tornato dopo due anni di stop dovuto alla pandemia. La musica, come sempre, è stata il veicolo per parlare di lavoro. Ma quest’anno sul palco si è parlato anche di pace e di ambiente.

L’ambiente, in particolare, è stato tra i protagonisti di quest’anno, sia sul palco che sotto. Da una parte, infatti, è intervenuta la green-influencer Federica Gasbarro che – con un’enorme coccarda arcobaleno al petto, simbolo del pacifismo – ha parlato ai giovani e alle giovani di piazza San Giovanni dello sforzo necessario per salvare il Pianeta.

Sotto al palco, invece, a portare l’ambiente sotto i riflettori ci ha pensato la ong Greenpeace che ha inscenato una nuova protesta contro Eni, come già fatto durante lo scorso festival di Sanremo.

Federica Gasbarro al 1° maggio: “Salvare il Pianeta è un atto di egoismo”

Tra gli ospiti non musicali del concertone di ieri ha spiccato Federica Gasbarro e il suo discorso sull’ambiente.

Ho sempre pensato che lottare per salvare il Pianeta sia un grandissimo atto di puro egoismo”, ha detto la green influencer appena salita sul palco di piazza San Giovanni.

“La terra – ha spiegato l’attivista – se ne frega altamente del cambiamento climatico. Continuerà a ruotare attorno al suo asse come fa da 4 miliardi e mezzo di anni. Il problema è il nostro”. 

“Ci sono due cose che proprio mi stanno strette – ha spiegato la giovane attivista ai suoi coetanei che l’ascoltavano sotto al palco – e sono due affermazioni che mi ripetono in continuazione. La prima è che i giovani sono il futuro. La seconda è che i giovani salveranno il Pianeta. Sono due bugie. Noi giovani siamo il presente, siamo l’oggi. E il Pianeta non dobbiamo salvarlo noi. Al Pianeta non importa di essere salvato. Saremo noi a doverci salvare da noi stessi. E, ammesso e non concesso, lo faremo solo tutti insieme”.

Sul sito RaiPlay è possibile guardare l’intervento integrale dell’attivista.

1° Maggio, la protesta di Greenpeace contro Eni

L’ambiente è stato protagonista anche sotto il palco del 1° Maggio grazie a Greenpeace Italia che si è resa protagonista di una protesta per denunciare quello che hanno definito “l’ennesimo episodio di greenwashing di ENI”, tra gli sponsor principali della manifestazione.

In Piazza San Giovanni, un gruppo di attivisti e attiviste dell’associazione ambientalista ha gonfiato e portato tra il pubblico una ventina di palloni giganti in lattice biodegradabile con l’immagine del Cane a sei zampe, il logo di ENI, che sputa fuoco sul Pianeta e il messaggio “ENI inquina anche la musica!”.

“La propaganda tossica delle aziende dei combustibili fossili dovrebbe essere vietata e non trovare spazio nel mondo della musica, della cultura e dell’informazione, così come da anni è vietata la pubblicità delle aziende del tabacco”, ha dichiarato Federico Spadini di Greenpeace Italia.

“ENI è il principale emettitore italiano di gas serra e continua a investire fortemente su petrolio e gas, che alimentano la crisi climatica e le guerre, compresa quella in corso in Ucraina. Serve una legge europea che fermi l’inganno dei finti messaggi green diffusi dai responsabili della crisi climatica”, ha concluso.